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lunedì, 17 Febbraio 2025

Ad ognuno il suo: il “Dresscode” del rapper Resem Brady

07.05.2022 – 07.40“Solo i pesci morti nuotano con la corrente”: una frase che racchiude non solo il significato intrinseco del nuovo pezzo del rapper monfalconese Resem Brady, Dresscode, ma che può essere un mantra proprio per la B.Entertainment, di cui l’artista fa parte.
Era dicembre 2020 quando abbiamo conosciuto per la prima volta la B.Ent: un canonico incontro ‘da pandemia’, dunque virtuale, durante il quale i giovani componenti di questa realtà artistica a 360 gradi si sono raccontati, spiegando soprattutto i punti di forza dell’organizzazione, che hanno caratterizzato e caratterizzano tutt’ora il loro percorso, ovvero varietà e complessità.
E dopo quasi un anno e mezzo, siamo riusciti ad incontrarli dal vivo, proprio in occasione dell’uscita del nuovo pezzo Dresscode di Resem Brady, totalmente autoprodotto da B.Entertainment.
A raccontarci l’evoluzione del gruppo Marco Magrin, in arte Biste, vero e proprio collante e strategist del gruppomentre Resem Brady stesso parlerà del suo nuovo brano, prodotto da Luca Fornasier, in arte Dehaze, new entry della B.Ent.

È passato quasi un anno e mezzo dall’ultima volta che ci siamo visti, cos’è cambiato all’interno del vostro gruppo e quali novità ci sono state in questo periodo?

“Ci siamo evoluti molto sotto diversi punti di vista. Abbiamo dato il via ad un cambiamento molto importante sotto il profilo ideologico di B.Ent, dividendo e rendendo sempre più strutturate le parti di management e musica: questo è stato fatto per riuscire a coordinarci meglio e sollevare l’artista da alcune mansioni più operative.
Lavoriamo comunque tutti e molto: c’è sempre da tenere conto che nessuno di noi fa questo di lavoro, per ora, quindi è sempre complicato riuscire ad organizzare tutto”.

Siete inoltre cresciuti anche di numero…

“Sì, il gruppo si è ampliato con Dehaze, che è un bravissimo producer che ci supporta inoltre anche sulla parte fotografica e video: in realtà, tra tutte queste cose, è anche chitarrista, si può dire che è veramente un artista a tutto tondo. Abbiamo inoltre una nuova social media manager, che si chiama Clara Ravelli, e Giulia Sarcina, che è invece una ballerina che gestisce tutto il lavoro di presenza scenica. Abbiamo infine Mario Stabile che si occupa della parte foto e video, mentre Cristian Luchian, assieme a me, cura strategia e advertising.
Ovviamente è intatta anche la formazione B.Ent precedente, con appunto me, Resem Brady, Zeta, Capslock, Maxim e Zofra”.

Si tratta di una realtà che ha quindi un’identità sempre più chiara e, immagino, sempre più riconoscibile…

“Ci stiamo proponendo sul mercato quasi come un’etichetta. Io non produco più, per il momento, perchè mi sto dedicato alla parte di management al 100%.
Possiamo essere contenti dei risultati raggiunti finora: ovviamente si parla di numeri imparagonabili rispetto ai ‘Big’, ma per una realtà come la nostra, l’impegno è stato ripagato. Puntiamo sempre a fare di più e ci focalizziamo intanto sulla nostra crescita, poi se i numeri verranno ancora meglio.
Non esiste una pozione magica per il successo, in più non potendo fare live in questi anni è stato ancor più complicato. Comunque il lavoro che abbiamo fatto dietro al nostro ultimo singolo, anche rispetto al lancio, è stato veramente un salto di qualità e ha alzato la nostra asticella ancora di più. La nostra vittoria l’abbiamo quindi già avuta a prescindere”.

Avete già in programma dei live per l’estate?

“Non abbiamo ancora delle date ufficiali, ma si prevedono live per la calda stagione. Stiamo lavorando a un possibile tour, ma è un’operazione molto dedicata: la cosa che si può dire, per ora, è che ci si sta muovendo”.

Resem Brady, venendo alla tua nuova uscita, come mai questo titolo e di cosa parla il pezzo?

“Dresscode è una metafora: in questo brano parlo del sentirsi fuori luogo in certe situazioni e ambienti. Penso che sia una sensazione che tutti, almeno una volta nella vita, hanno vissuto; proprio per questo ho voluto fare questo pezzo, rivolgendomi soprattutto ai ragazzi che si destreggiano tra nuove esperienze e si sentono dei pesci fuor d’acqua.
Faccio una metafora sugli abiti e sui vestiti per dire che in realtà a volte il sentirsi fuori luogo potrebbe essere una forza, proprio per questo bisogna essere se stessi, sempre.
Parlo anche di quanto non sia un problema non far parte della maggioranza, perchè le innovazioni che hanno fatto la differenza, spesso e volentieri, sono partite dalle minoranze: in breve, non bisogna avere paura di andare controcorrente”.

 

[c.c]

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