Fondazione Friuli e Ateneo di Udine. Finanziati tre nuovi progetti

Giuseppe Morandini, presidente della fondazioni Friuli

26.02.2021-10.38 – Ieri, a palazzo Maseri, sono stati presentati, dall’Ateneo di Udine tre importanti progetti di ricerca interdisciplinare finanziati dalla Fondazione Friuli. Presenti il rettore Roberto Pitton, il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini, Maria Cristina Nicoli coordinatrice del progetto “Il tempo della mela”, Gianluca Tell coordinatore del “ gruppo Active Ageing” e Agostino Dovier responsabile della ricerca sull’Intelligenza Artificiale-Robotica. I temi presentati, sul Cibo (Food), sull’Invecchiamento Attivo (Active Ageing) e sull’Intelligenza Artificiale-Robotica (AI), sono stati considerati strategici per lo sviluppo della ricerca nel nostro territorio considerando la fondamentale attenzione riposta a una visione futura dei cambiamenti in atto.

Roberto Pinton, ha sottolineato la necessità “ di aggregare interessi di ricerca afferenti a diverse discipline del sapere, da quelle mediche a quelle scientifiche, tecnologiche, umanistiche, assistenziali, sociali ed economico-giuridiche per dare vita a nuove sinergie all’interno dell’Ateneo, e promuovere la creazione di reti tematiche di ampio respiro e forte ricaduta anche sul territorio. I progetti e l’importante sostegno della Fondazione sono un momento essenziale per lo sviluppo di questa strategia”.
Giuseppe Morandini, ha spiegato l’importanza di questo contributo in un momento in cui il “Covid ha fatto emergere i limiti della nostra società nel prevedere l’epidemia, contenerla e ripartire. È un limite soprattutto di competenze e questi progetti dimostrano la capacità dell’università di recepire la lezione della pandemia. Sarebbe infatti un errore considerare il Covid un problema soltanto medico. Per uscire da questa situazione è indispensabile un’alta formazione interdisciplinare, che sappia coniugare i saperi e le professionalità tradizionali”.
Perno centrale del dibattito è stato il ruolo dell’università nella ricerca dello sviluppo sostenibile e della formazione di nuove figure professionali che siano in grado di essere utili alla comunità in uno scenario affetto da continui cambiamenti. Sostenibilità e flessibilità sono gli elementi che caratterizzano, oggi, la nostra società e non possiamo più prescindere dal considerarli.

Per il settore agroalimentare è stato presentato il progetto “Il tempo della mela”, il cui frutto, tra i più consumati a livello mondiale ed importante da un punto di vista nutrizionale, è rappresentativo per la sua lunga storia di usi locali e tradizionali e altresì portavoce di diversi significati simbolici. I 25 ricercatori coinvolti, provenienti da 5 dipartimenti e coordinati da Maria Cristina Nicoli, focalizzeranno la loro attenzione su quattro temi: la Comunicazione sociale (aspetti storici, antropologici e pubblicitari); la Normativa degli alimenti per la salute e l’analisi delle problematiche connesse all’introduzione sul mercato di alimenti funzionali; il Benessere e la prevenzione focalizzati sul tema della bioaccessibilità e biodisponibilità di composti bioattivi presenti nella mela e nei suoi derivati; la Sostenibilità per l’utilizzo di scarti derivanti dalla trasformazione delle mele in vari composti nutrizionali.

Sul tema dell’invecchiamento attivo è stato costituito “Il gruppo Active Ageing” con il proposito di integrare a livello multidisciplinare medicina, conoscenze scientifiche e tecnologiche, umanistiche, sociali ed economico-giuridiche. I 100 ricercatori coinvolti, provenienti da 8 dipartimenti e coordinati da Gianluca Tell, si occuperanno dei seguenti ambiti: Ricerca traslazionale nella diagnostica (studio dei meccanismi molecolari dell’invecchiamento); Prevenzione e benessere (strategie di prevenzione mediante farmaci senolitici, attività educative e ricreative); Infrastrutture e Tecnologie (metodi di valutazione clinica robotizzata nelle pazienti anziane e l’identificazione real-time delle cadute mediante approcci deep-learning); Welfare (azioni che porteranno a una società inclusiva).

Per quanto riguarda la robotica e l’intelligenza artificiale lo scopo del progetto, ha evidenziato il responsabile Agostino Dovier, “sarà la creazione di un gruppo di ricerca nell’ambito della collaborazione tra uomo e robot. Nel Lab Village dell’ateneo saranno collocati due robot Frank Emika di cui sarà studiata l’interazione e un manichino Neumann KU, usato nei principali centri di ricerca non solo di robotica ma anche di acustica perché è in grado di catturare la tridimensionalità dei suoni riproducendo la psicofisica dell’ascolto umano. La ricerca spazierà dalla definizione di metodologie e algoritmi per la sintesi di piani di comportamento per i diversi agenti coinvolti (umani e artificiali) allo sviluppo di device e controller per l’esecuzione di tali comportamenti nel rispetto delle condizioni critiche di sicurezza, ma anche l’impatto dell’Etica e delle ricadute legali nelle scelte che deve operare un agente intelligente come un robot”.

La realizzazione di queste ricerche avrà sicuramente una forte ricaduta in ambito territoriale e sarà anche punto di partenza per ulteriori studi di progetti multidisciplinari in ambito europeo. La trasmissione di conoscenze specifiche e public engagement avverrà attraverso pubblicazioni scientifiche e organizzazione di eventi divulgativi su un tema di grande interesse per la popolazione.

[l.f]