07.09.2022 – Le elezioni politiche del 25 settembre, che eleggeranno i Deputati e i Senatori della XIX Legislatura, si fanno sempre più vicine. Si tratta delle prime elezioni repubblicane che manderanno in Parlamento 400 eletti alla Camera dei Deputati e 200 al Senato (per effetto del referendum costituzionale del 2020 che ha portato alla riduzione del numero dei parlamentari), nonché delle prime elezioni in cui, per votare per il Senato, non sarà necessario aver compiuto i 25 anni di età. La legge elettorale con la quale ci recheremo alle urne sarà la legge 165/2017, detta Rosatellum dal nome del suo relatore, Ettore Rosato. Per non arrivare impreparati alla data del voto e scegliere consapevolmente come far valere il proprio diritto di esercizio della democrazia, è utile conoscere quante più cose possibili.
Nei giorni scorsi, dopo aver visto quali saranno le liste presenti sulla scheda elettorale del 25 settembre, abbiamo visto anche i candidati per la circoscrizione FVG sia alla Camera dei Deputati che al Senato. Abbiamo quindi deciso di proporre un confronto tra i programmi dei diversi schieramenti, secondo ambiti tematici. Finora, abbiamo visto come le forze politiche intendono agire sul lavoro, sull’istruzione, sulla sanità, sulle infrastrutture, sull’energia, sull’ambiente, sulle politiche sociali e sui diritti civili, sui progetti di riforma e sull’economia. Oggi vedremo quali sono i piani per la politica estera nei diversi programmi dei candidati.
La coalizione di centrodestra, composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati ribadisce con forza la posizione europea e filoatlantista dell’Italia, di cui propone di rafforzare la centralità nel contesto mediterraneo. Nei programmi dei conservatori, l’Italia dovrebbe partecipare insieme agli altri Paesi UE a un processo che porti alla piena integrazione europea e dovrebbe farsi promotrice di un piano, che coinvolga tutti i paesi europei, per lo sviluppo del continente africano.
La vocazione mediterranea dell’Italia è enunciata anche dal programma di Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, insieme a PiùEuropa che, come anche i dem e Impegno Civico, ribadisce la piena adesione dell’Italia a ONU, NATO e UE. Gli europeisti propongono inoltre di rafforzare l’integrazione europea e di promuovere un progetto che conduca alla realizzazione degli Stati Uniti d’Europa e, insieme ai dem, vorrebbero farsi promotori della piena integrazione delle politiche di difesa e sicurezza dei paesi europei. La cooperazione internazionale è ovviamente il punto di forza del programma di PiùEu, che punta a processi comuni per la politica energetica e per il riconoscimento delle competenze dei migranti. A legare l’agenda estera di PD e Alleanza Verdi-Sinistra è invece l’istanza per una maggiore democratizzazione dei processi decisionali UE. I rossoverdi ribadiscono poi il rifiuto della guerra e l’idea di fermare l’invio delle armi nei teatri di guerra, promuovendo invece la diplomazia per la risoluzione dei contrasti e l’obiettivo del disarmo internazionale. La cooperazione internazionale, secondo l’AVS, va promossa anche in materia di gestione dei migranti e per garantire l’autodeterminazione dei popoli e il rispetto dei diritti umani.
L’aumento della cooperazione all’interno dell’UE fa parte anche del programma della lista Azione e Italia Viva, che spinge anche per l’adozione di una comune politica estera all’interno dell’Unione e per misure che favoriscano il riconoscimento dei titoli di studio nell’UE. I processi decisionali dell’Unione dovrebbero poi, secondo il terzo polo, essere votati senza l’obbligo dell’unanimità attualmente presente. Il MoVimento 5 Stelle si fa invece promotore di una politica internazionale, che vede sempre l’Italia pienamente inserita nel contesto europeo e atlantista, orientata a contrastare il riarmo e alla difesa della pace. I pentastellati propongono inoltre l’introduzione di un debito pubblico comune per sostenere il raggiungimento degli obiettivi comuni all’interno dell’UE, oltre che una maggiore integrazione nella gestione dei flussi migratori.
Lo stop all’invio delle armi in Ucraina è sostenuto anche da Unione Popolare, che promuove inece l’uso della diplomazia per la risoluzione del conflitto. Secondo UP, bisognerebbe inoltre superare il sistema NATO con una più ampia riforma degli organismi sovranazionali e l’Italia dovrebbe recuperare la sua centralità e la sua autorevolezza in politica estera. Presente nel programma di UP anche il riconoscimento dello stato della Palestina. Decisamente più radicale il programma estero di Italia Sovrana e Popolare, che punta all’uscita dell’Italia da tutte le organizzazioni sovranazionali e lo stop all’invio delle armi in Ucraina.
ItalExit, come gran parte delle altre liste, propone lo stop all’invio delle armi in Ucraina e l’impegno dell’Italia verso la pace attraverso l’uso della diplomazia. L’Italia, secondo IE, dovrebbe inoltre uscire da tutte le organizzazioni sovranazionali che ne limitino la sovranità e porsi in una posizione assolutamente neutrale a livello geopolitico. Simili posizioni si trovano anche nei programmi di Alternativa per l’Italia e di Vita, che in più propone la dismissione di tutte le basi militari straniere su suolo italiano e la completa attuazione dei trattati contro le armi. Mastella-Noi di Centro afferma invece la totale adesione alla NATO e a una posizione geopolitica vicina agli Stati Uniti e il ritorno dell’Italia a una posizione centrale nello scacchiere internazionale.
[E.R.]