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sabato, 19 Aprile 2025

L’ospedale di Palmanova sarà dotato del primo macchinario in regione per la risonanza magnetica verticale

Budai (Lega): "in Regione non esistono strutture pubbliche o private che dispongano dell'apparecchiatura e sul territorio nazionale ce ne sono pochissime"

02.08.2021-14.26 – “E’ stato approvato l’Ordine del giorno presentato in Assestamento per procedere allo stanziamento di risorse dirette all’acquisto da parte dell’Azienda Zero di un macchinario che consenta di effettuare la risonanza magnetica in posizione verticale”.

Lo scrivono, in una nota, i consiglieri della Lega, Alberto Budai e Alfonso Singh, già firmatari di un’interpellanza con la stessa finalità, che esprimono soddisfazione per la scelta della Giunta e spiegano come “la risonanza magnetica verticale rappresenti un valore aggiunto per la Sanità regionale e soprattutto per l‘ospedale di Palmanova vista la posizione strategica della città stellata, andando ad aggiungere un quid pluris che consenta
l’ampliamento dei livelli di monitoraggio, della platea dei soggetti che possono sottoporsi a risonanza e del numero di referti diagnostici, nonché un’accelerazione delle tempistiche di
prenotazione e dell’effettuazione degli esami, oltre alla possibilità di trattenere i residenti nel territorio regionale e di offrire il servizio a pazienti del Triveneto e anche di oltre
confine”.

Il Consigliere regionale Alberto Budai

Budai sottolinea come “in Regione non esistano strutture pubbliche o private che dispongano dell’apparecchiatura e sul territorio nazionale ce ne siano pochissime. Inoltre la scelta di Palmanova quale location continua il percorso di rilancio di servizi di qualità ed eccellenza dell’ospedale, in un’ottica di diversificazione”.

“La risonanza magnetica aperta è una metodica di diagnostica per immagini dedicata all’effettuazione di diversi esami, tra i quali la misurazione dello schiacciamento delle vertebre e della spina dorsale e altri problemi di natura traumatica o posturale, molto
utile per alcune categorie come gli atleti, ma anche – concludono Budai e Singh – per tutti coloro che svolgono attività per lo più sedentaria, per le persone che soffrono di claustrofobia o in sovrappeso e impossibilitate ad entrare nel tunnel della risonanza magnetica convenzionale”.

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