14.02.2021 – 11.33 – La diminuzione dell’incidenza, a livello nazionale, rallenta e l’epidemia resta in una fase delicata. È possibile un nuovo rapido aumento del numero dei casi nelle prossime settimane, trainato anche dalle nuove varianti in circolazione, qualora non venissero garantite, ancora, delle rigorose misure di mitigazione, sia a livello nazionale che regionale. L’andamento epidemiologico non andrebbe però calcolato giorno per giorno, perché c’è una varianza fisiologica dei numeri, ma sarebbe meglio fornire e valutare i dati a cadenza settimanale, come accade da 30 anni per l’influenza stagionale. L’attuale quadro a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali. L’Rt medio nazionale calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95, ancora sotto 1, ma in rialzo rispetto alle ultime settimane, ed è oltre 1 in sette regioni italiane e nelle due province autonome. La forte pressione sui dipartimenti di prevenzione, causata dall’intensificazione dell’epidemia e dal conseguente forte aumento dei casi, porta in alcune aree a un ritardo nella notifica e nell’aggiornamento delle informazioni e nella ricerca dei contatti secondari.
Il Friuli Venezia Giulia. La nostra regione rimane in fascia gialla nazionale; si rileva ancora una saturazione dei posti letto in terapia intensiva oltre la soglia di allerta del 30 per cento (per l’esattezza 37,7 per cento), secondo posto nazionale. La percentuale di decessi negli ultimi 30 giorni rimane elevata e ci colloca, con il 5 per cento, al quarto posto nazionale. L’Rt, nella nostra regione è allo 0,98, mentre due settimane fa era allo 0,68, quindi in peggioramento piuttosto marcato; probabilmente è la conseguenza dell’attenuarsi delle misure di lockdown applicate durante le festività natalizie. La prevalenza complessiva, con variazioni provinciali dei casi, è pari a 1:17 (1 positivo ogni 17 residenti), che è simile a quella di Milano ed hinterland.
Le eventuali ripercussioni epidemiologiche conseguenti alla riapertura, non più rinviabile, delle scuole avvenuta il 1 febbraio, saranno valutabili a fine mese, in attesa di quelle relative all’apertura della stagione sciistica. A questo si aggiungono valutazioni discutibili: l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive) della UE colloca il Friuli Venezia Giulia, a settimane alterne, in zona rosso scuro (altissimo rischio). Il problema è che l’Ecdc basa le sue valutazioni solo sull’incidenza di nuovi casi di Coronavirus su 100mila abitanti, trascurando gli altri indicatori e penalizzando chi fa molti tamponi, molecolari o antigenici. Quindi questo colore “rosso scuro” è la conseguenza paradossale della trasparenza, precisione, accuratezza ed affidabilità organizzativa.
Vaccinazioni. La campagna di vaccinazione contro il Coronavirus con i vaccini Pfizer e Moderna, e ora anche AstraZeneca, al momento ha raggiunto, con il ciclo di due dosi, il 2,07 per cento della popolazione nazionale, contro il 2,67 per cento della popolazione del Friuli Venezia Giulia. La consegna delle dosi di vaccino con il contagocce, e i ritardi nell’acquisizione di nuovo personale dedicato, stanno rallentando la somministrazione dei vaccini stessi. Si ricorda che il 10 febbraio è iniziata la prenotazione vaccinale anche per gli anziani Over 80, che nella nostra regione sono circa 75mila. E l’effetto gregge? Per innescare l’effetto gregge è necessaria la vaccinazione di almeno il 70 per cento della popolazione (42 milioni di italiani su un totale di 60 milioni). Con una efficacia del vaccino ritenuta del 95 per cento, significa che circa 3 milioni 600mila dei vaccinati non saranno comunque protetti dal vaccino, quindi bisognerà, al minimo, arrivare a 45-46 milioni di vaccinati; considerato anche che gli attuali vaccini non sono autorizzati all’impiego sotto i 16 anni di età (circa altri 8 milioni di abitanti) perdiamo quindi anche questa larga parte della popolazione. In conclusione, la platea dei vaccinabili è di circa 50 milioni 773mila persone.
Dove è finita l’influenza? Nell’emisfero meridionale, dove l’inverno è già finito, i virus stagionali sono passati del tutto inosservati. Pochissimi i contagi rispetto agli anni passati. Nei Paesi a nord dell’equatore, dove generalmente in questo periodo l’epidemia di infezioni stagionali è in piena diffusione, i casi segnalati finora sono molto pochi. Globalmente, nonostante il monitoraggio, nell’emisfero Boreale la circolazione dei virus influenzali si mantiene a livelli inferiori rispetto alla media stagionale. È probabile che le misure di contenimento del contagio utilizzate per la pandemia di Covid-19 (mascherine, distanziamento sociale, igiene delle mani, la riduzione drastica dei viaggi internazionali e l’aumento delle vaccinazioni per l’influenza, stiano limitando la circolazione anche dei Mixovirus dell’influenza).
I tamponi. Posto che ora sono disponibili sia quelli molecolari che quelli antigenici e che la loro effettuazione di massa è paradossalmente soggetta ad interpretazioni molto discutibili e ritorsive da parte dell’Ecdc, andrebbero riservati ai sintomatici ed ai contatti secondari oltre che a categorie selezionate di lavoratori quali i sanitari, il personale di assistenza in genere, il personale dei supermercati, i lavoratori nel campo dell’energia (coloro cioè che garantiscono acqua, luce e gas e reti fognarie), oltre ai provider che consentono il funzionamento di Internet, mail, smart working e piattaforme per le lezioni scolastiche e universitarie on line, i farmacisti, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, i benzinai, i corrieri, gli addetti allo smaltimento dei rifiuti, gli addetti alle attività cimiteriali, postali, bancarie e gli autoferrotranvieri.
Conclusioni. Visti i tempi necessari prima che la vaccinazione di massa possa raggiungere dei risultati significativi ( 2022?), considerato che la discesa della curva dei nuovi positivi sta rallentando e che prima che si manifesti nuovamente un marcato aumento delle temperature ed una benefica efficace azione degli UV solari (esattamente come l’anno scorso, bisognerà arrivare a maggio/giugno), al momento non rimane altro che continuare ad adottare la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. Le nuove varianti che tanto allarme stanno suscitando in realtà determinano una maggiore diffusività del Coronavirus ma non sembra associata ad una maggiore aggressività. Inoltre, la cosa fondamentale è che queste mutazioni geniche non influenzino le proteine SPIKE di superficie, verso le quali i vaccini sono attivi.
La popolazione deve evitare, nei limiti del possibile, le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo e rimanere a casa il più possibile, in particolare le fasce di popolazione più fragile o per età o per pluripatologie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine, anche nei vaccinati; altrimenti si continuerà ad assistere ad un susseguirsi di incrementi dei casi, in fase di allentamento delle misure restrittive, seguiti da cali transitori durante i blocchi.
Fulvio Zorzut