17.08.2023 – 08.30 – C’era una volta il volo low-cost. Sembra passata un’era geologica da quando si poteva viaggiare con poche decine di euro. Ormai anche i prezzi delle cosiddette compagnie a basso costo si attestano sulla falsariga di quelli proposti dalle compagnie di bandiera. O quasi. Ed ecco che viaggiare in aereo in questa estate 2023 è diventato un miraggio. Tra le principali motivazioni fornite dalle compagnie aeree c’è quella dell’inflazione e l’incremento del prezzo dei carburanti. Una situazione ormai completamente fuori controllo, tanto da aver spinto lo stesso Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) a mettere nel mirino l’algoritmo in genere utilizzato dalle compagnie aeree per stabilire le tariffe.
L’esempio più eclatante arriva da quella che viene considerata la compagnia low cost per eccellenza. Secondo un’indagine condotta dal Corriere della Sera, il costo medio per chi sceglie di viaggiare con l’irlandese Ryanair, considerata finora il principale vettore a basso costo d’Europa, è di 49,08 euro, con un incremento del 41,70% rispetto al medesimo trimestre del 2022 e un + 35,50% rispetto al periodo precedente la pandemia: fondamentale però ricordare che questi 49,08 euro si riferiscano a un “prezzo base” costituito dal semplice posto in aereo con mini zaino annesso, quindi senza considerare i vari extra che a questa tariffa si possono aggiungere, a cominciare da un bagaglio in stiva. Sulla stessa linea anche EasyJet: per la compagnia britannica prima concorrente di Ryanair si parla di un aumento del 22,20% dei prezzi rispetto al medesimo periodo dello scorso anno e di un incremento del 35,90% sui costi registrati nel 2019.
L’Enac, dal canto suo, sposta la sua attenzione sui sofware dei motori di ricerca utilizzati dalle compagnie aeree. «Gli algoritmi, oltre a valutare la tempestività dell’acquisto, sfruttano la geo-localizzazione, individuando il tipo di dispositivo utilizzato – segnala l’Ente per l’aviazione civile -. Ad esempio l’iOS di Apple viene associato ad una fascia medio-alta di compratori, e dunque utilizzarlo può portare a spese maggiori”. Il dubbio è che il prezzo vari a seconda di queste “tracce” di cui l’algoritmo tiene conto memorizzandole. Inoltre, segnala sempre l’Enac, in occasione di recenti soppressioni di collegamenti ferroviari e di inagibilità di alcuni tratti autostradali è conseguita una diretta e parallela impennata della domanda di trasporto aereo. «In questi casi l’utenza ha lamentato eccessivi incrementi dei prezzi dei biglietti che, con riferimento a specifiche rotte domestiche, sono arrivati a toccare anche i mille euro l’uno».
di Lorenzo Degrassi