18.01.2021 – 12.25 –Un’ordinanza, quella che posticipa nuovamente il rientro in classe per gli studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia riportando fino a quella data la didattica digitale integrata al cento per cento, che rispetta la sentenza del Tarche sospendeva l’efficacia della precedente ordinanza (del 4 gennaio), analoga nei suoi contenuti. Così il presidente Massimiliano Fedriga ieri, in apertura di una conferenza stampa con il vicepresidente con delega alla Salute Riccardo Riccardi e l’assessore all’Istruzione Alessia Rosolen, illustrando le motivazioni che hanno portato l’amministrazione regionale alla scelta di emanare il nuovo provvedimento.
La sentenza del Tar prevede infatti che nel caso di una significativa mutazione della situazione del rischio epidemiologico, la Regione ha di fatto il potere di intervenire relativamente al tema della didattica in presenza. In tal senso, a sostegno dell’emanazione dell’ultima ordinanza, è stato spiegato, oltre ai dati relativi alla diffusione del contagio nella fascia d’età (10-19) riguardante il contesto scolastico, vi è anche l’ingresso della Regione in zona arancione. “Ci rendiamo conto del sacrificio che stiamo chiedendo agli studenti e vorremmo anche noi il ripristino della didattica in presenza”, ma “metteremmo a rischio gli stessi ragazzi e il personale scolastico”, ha spiegato Fedriga. Inoltre, “non possiamo permetterci di aprire la scuola per poi richiuderla” poco dopo. Si è quindi ritenuto più opportuno, assieme all’Ufficio scolastico regionale, optare per il ritorno in classe delle scuole superiori in un momento tale in cui la situazione epidemiologica permetterà di concludere l’anno scolastico in presenza.
Il fatto che molte regioni abbiano seguito il Friuli Venezia Giulia nella scelta di posticipare il ritorno in aula, ha continuato il presidente, evidenzia come vi sia una “preoccupazione condivisa a livello nazionale“. “Ho paura che da qualche Ministero si sia guardato troppo in un’ottica non scientifica, ma politica: una scelta che reputiamo pericolosa per la popolazione scolastica”. Infine, ha concluso, è “sbagliato dare una fotografia di due fazioni: tutti vogliamo che i ragazzi possano frequentare la scuola in presenza. Penso però che le strategie” messe in campo “debbano dare certezze ed essere responsabili”.
Il tema, ha evidenziato il vicepresidente Riccardi, non è tanto quello della sicurezza all’interno della scuola in sé, quanto piuttosto tutto ciò che è ad essa legato, a partire dalla mobilità. “Se avessimo una situazione ospedaliera che lo permette non dovremmo portare avanti questa chiusura”, ha specificato, ma “è l’orizzonte della tenuta della pressione ospedaliera che fa la differenza in questa decisione”.
L’istruzione quale diritto costituzionale, ha sottolineato Rosolen, “è forse l’unico tra tutti i diritti che non è stato toccato” nel corso di questa emergenza. “Non credo che la non riapertura delle scuole sia una sconfitta: è una scelta di responsabilità e chiarezza“. L’ordinanza del 4 gennaio, così come quella di ieri, “partono da due principi: quello della garanzia della salute di tutti” e quello di dare modo alle stesse scuole di potersi organizzare per tempo.
Inoltre, ha specificato, all’interno di entrambe le ordinanze, “viene lasciato ampio margine organizzativo per garantire” lo svolgimento delle lezioni in presenza, non solo nel caso di laboratori tecnici o di studenti con determinate difficoltà, ma anche nel caso di “tutte quelle attività che prevedono e che implicano un dato importante di presenza e compresenza da parte della classe”.
“Questa mattina” ha inoltre fatto sapere l’assessore, “è stata convocata d’urgenza una riunione del Comitato Tecnico Scientificorelativo alla riapertura delle scuole, in quanto sembra che il 50%” previsto per il ritorno in presenza non abbia avuto l’avvallo dello stesso CTS”.
Infine, ha osservato Rosolen, la sentenza del Tar che sospendeva l’efficacia dell’ordinanza del 4 gennaio, fa però al contempo anche un’altra cosa: “dà atto all’amministrazione regionale di aver predisposto tutti i piani” legati al tema del rientro in classe, nonché di aver fatto tutti gli investimenti necessari “per garantire il diritto allo studio a tutti“.
n.p