05.04.2025 – 18.00 – Ha aperto oggi al Castello di Udine la mostra Mimmo Jodice. L’enigma della luce, una retrospettiva dedicata a uno dei grandi maestri della fotografia italiana e internazionale. L’esposizione, visitabile fino al 4 novembre 2025, offre un’occasione inedita per scoprire – o riscoprire – l’opera intensa e riflessiva di Jodice, attraverso 140 fotografie selezionate tra le più significative del suo percorso artistico, dagli anni Sessanta al Duemiladieci.
La luce, in questa mostra, è più che un mezzo tecnico: è materia narrativa e tensione poetica. Le immagini in bianco e nero di Jodice raccontano città deserte, presenze evanescenti, dettagli sospesi tra realtà e astrazione. Le sue fotografie non documentano soltanto: evocano. Restituiscono silenzio, solitudine, profondità del tempo. E trasformano il reale in enigma.
All’inaugurazione, affollata da appassionati e visitatori, ha preso parte anche la figlia del fotografo, Barbara Jodice. “È un orgoglio presentare questo lavoro originale e pensato per la città”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Federico Pirone, sottolineando il ruolo di Udine come crocevia culturale e la volontà di consolidare il Castello come polo di riferimento per eventi di alto profilo.
La mostra, curata da Silvia Bianco dei Civici Musei, insieme a Roberto Koch e Alessandra Mauro, è frutto di una collaborazione con lo Studio Jodice e coinvolge istituzioni culturali come l’Università di Udine, il CRAF, e l’agenzia fotografica Contrasto. Un progetto sostenuto da Regione FVG, Fondazione Friuli, Banca di Udine e Arriva Udine, con i patrocini di Camera di Commercio e Confindustria Udine.
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni. La prima è dedicata al laboratorio visivo di Jodice: il lavoro in camera oscura, la sperimentazione tecnica, l’uso sofisticato del bianco e nero come strumento espressivo. La seconda esplora la dimensione sociale e personale del suo sguardo: Napoli negli anni Settanta, le tradizioni popolari, i paesaggi urbani svuotati di presenza ma pieni di memoria. La terza sezione si apre al Mediterraneo e alla natura: frammenti di antichità, corpi senza tempo, paesaggi che interrogano la nostra relazione con l’ambiente e il quotidiano.
La mostra si inserisce in un più ampio disegno dell’amministrazione comunale volto a rafforzare l’offerta culturale della città e ad attrarre un pubblico sempre più vasto, anche oltre i confini regionali. Dopo mostre dedicate a maestri della pittura, Udine apre così le sue porte alla grande fotografia d’autore, scegliendo come protagonista una figura che ha saputo raccontare il visibile con rigore e sensibilità, restituendo all’immagine la sua dimensione meditativa.