09.08.2022 – 08.00 – Dopo un exploit registrato nel corso dello scorso anno grazie al plurimo stanziamento di ecoincentivi governativi, le immatricolazioni di auto elettriche in Italia nel corso del mese di Luglio 2022 hanno fatto registrare un significativo -29%; dato che va aggiungersi ad un non meno significativo -19% su base annua. Purtroppo, nel nostro Paese, con un reddito medio annuo dei lavoratori di poco superiore ai 20.000 euro, gli italiani non possono permettersi, allo stato attuale delle cose e dei prezzi, di acquistare i modelli di automobile elettrica presenti oggigiorno nei listini. A lanciare l’allarme sulla storica rivista settoriale Quattroruote è il Presidente di Federmotorizzazione Simonpaolo Buongiardino, commentando gli ultimi numeri circa le immatricolazioni di nuovi vecoli. Secondo ACEA (European Automobile Manufacturers Association) il principale gruppo per gli standard nell’industria dell’automobile nell’Unione Europea, l’Italia è attualmente allineata alla Spagna in termini di quote di vendita di auto elettriche. Il 3,6% del venduto italiano presenta numeri fotocopia con il 3,5 spagnolo (gli spagnoli hanno un reddito medio inferiore del 15%, ndr). Meglio dei due paesi europei mediterranei per antonomasia fa invece la Francia ma va considerato che sul territorio transalpino l’energia elettrica viene prodotta in gran parte attraverso il nucleare quindi ad un costo di gran lunga più basso e conveniente. Inoltre il reddito medio pro-capite è il 20% più alto rispetto all’Italia. La Germania, invece, ha un reddito del 50% superiore al nostro ed una quota di automobili elettriche pari al 14,5% del venduto. Nei Paesi del Nord Europa, invece, i redditi sono superiori del 60% a quelli italiani e, di conseguenza, le elettriche rappresentano il 70% del mercato.
”Questi dati spiegano la diversità di approccio al tema dello sviluppo della motorizzazione elettrica tra il nord Europa più ricco e il sud Europa mediterraneo più povero. Il cittadino medio italiano, oltre alle incertezze legate all’autonomia e alle infrastrutture, non acquista auto elettriche perché non se le può permettere”, – ha sottolineato il numero uno di Federmotorizzazione, lanciando un appello alla politica. ”I nostri decisori politici – ha affermato – devono farsi interpreti dei cittadini e adottare linee adatte al nostro Paese, puntando maggiormente allo svecchiamento del parco più inquinante, anche con motorizzazioni tradizionali di ultima generazione, piuttosto che inseguire un obiettivo irraggiungibile di una transizione elettrica accelerata”. “Non possiamo inseguire gli obiettivi temporali dei Paesi del nord Europa che hanno mediamente il 60% di reddito più alto e possono permettersi, come vettura elettrica più venduta, la Tesla che costa 70-80 mila euro”, – ha concluso Buongiardino.