28.05.2022 – 07:10 – Nella giornata di ieri, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto una nuova conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Stando a quanto riferisce Palazzo Chigi, “il colloquio si è focalizzato sugli ultimi sviluppi della situazione sul terreno, con particolare riguardo alle regioni orientali del Paese. Il Presidente ha assicurato il sostegno del governo italiano all’Ucraina in coordinamento con il resto dell’Unione Europea. I due Presidenti hanno inoltre discusso delle prospettive di sblocco delle esportazioni di grano dall’Ucraina per far fronte alla crisi alimentare che minaccia i Paesi più poveri del mondo. Il Presidente Zelensky ha espresso apprezzamento per l’impegno da parte del governo italiano e ha concordato con il Presidente Draghi di continuare a confrontarsi sulle possibili soluzioni”.
Nel frattempo, Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina di sabotare i colloqui di pace con la Russia. I commenti sarebbero stati fatti durante una telefonata di 45 minuti tra il leader russo e il cancelliere austriaco Karl Nehammer. Putin ha inoltre negato che il blocco dei porti ucraini da parte del suo paese sia responsabile dell’interruzione delle forniture alimentari globali, suggerendo che la vera causa siano le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. Il cancelliere austriaco ha affermato che lo scopo dell colloquio, descritto come “molto intenso, molto serio”, era stabilire se in Ucraina si possono trovare potenziali soluzioni umanitarie. Ha inoltre aggiunto che Putin si è detto pronto a discutere di uno scambio di prigionieri con l’Ucraina.
Sul campo di battaglia, peggiora la situazione a Severodonetsk, il maggior centro del Lugansk ancora sotto il controllo ucraino, che tuttavia potrebbe presto passare di mano se l’assedio russo continuerà con questa intensità. Come fa sapere il governatore della regione, le forze russe hanno preso il controllo di due terzi del perimetro della città, che tuttavia non è ancora completamente circondata. Si calcola che almeno il 60% del patrimonio abitativo sia stato completamente distrutto e che fino al 90% degli edifici siano stati danneggiati. Nella città, in cui sono bloccate ancora circa 12.000-13.000 persone, oltre 1.500 persone sono morte dall’inizio dell’invasione russa a febbraio.