07.02.2022 – 19.31 – Si è tenuta questa mattina presso l’Aula Magna dell’Ospedale di Cattinara, a Trieste, la presentazione circa le attività del primo anno dall’istituzione del Registro Regionale delle Morti Cardiache Improvvise delle quattro provincie del Friuli Venezia Giulia. Al tavolo, hanno preso parte il Vice Governatore della Regione, Riccardo Riccardi, il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, Antonio Poggiana, assieme al Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare ASUGI, Gianfranco Sinagra e il Ricercatore dell’Istituto di Medicina Legale ASUGI, Stefano D’Errico. Istituire registri – è stato spiegato – è una metodologia condivisa da molte società scientifiche internazionali, utile soprattutto a registrare le diverse tipologie di patologia e l’effiacia o meno delle tecniche di gestione delle stesse. Nella nostra Regione, da ormai un anno, è attivo il “RAC – Registro sugli Arresti Cardiaci”, sul quale vengono annotati tutti quelli avvenuti in pazienti con età superiore ai 18 anni. Tale strumento viene coordinato dal dott. Alberto Peratoner della Centrale 112, nonchè tra i fautori del tavolo tecnico regionale SORES sull’Arresto Cardiaco e lo “Storm Aritmico”.
La metodologia del Registro sulla Morte improvvisa in FVG, coordinato da ASUGI ed istituito nel 2021, riproduce la struttura classica di un registro, ma con alcuni elementi fortemente caratterizzanti: sistematica raccolta dei casi, anche attraverso la collaborazione con le procure; approccio multidisciplinare con impiego estensivo della risonanza magnetica cardiaca post mortem e la caratterizzazione genetica (quando indicata); screening delle famiglie in caso di disordini geneticamente determinati in una prospettiva di conversione a progetto di vita attraverso lo studio dei familiari viventi già opportunamente sottoposti a screening per una diagnosi precoce; reclutamento delle competenze multidisciplinari presenti nelle 4 provincie delle regioni, degli enti universitari ed IRCCS.

“La morte improvvisa è sempre un evento tragico – ha ricordato il Direttore del Dipartimento Cardiovascolare ASUGI, Gianfranco Sinagra – quanto è inattesa lo è ancor di più, quando avviene in età giovanile lo è particolarmente. I registri di questo genere sono uno strumento consolidato per apprendere numerose informazioni, reperire dati ed analizzare esiti. In Italia viene utilizzato anche da altre Regioni come il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Toscana, ad ogni modo quello del Friuli Venezia Giulia si distingue per il fatto che è nato da un progetto fortemente condiviso dalla Regione per il quale è stato avviato un piano per seguire con costanza l’avvento dei nuovi casi, grazie alla collaborazione tanto con le Procure quanto con la medicina generale e quella legale. Quasto lavoro sinergico obbliga più professionisti, operanti in diverse aree, a lavorare assieme migliorando così le competenze multidisciplinari di tutti. Ultima ma non meno importante peculiarità del nostro registro è la presenza sistematica della Risonanza Magnetica dell’organo cuore post mortem, assente in tutti gli altri registri regionali”.
“La scienza non è una cosa che può venire dopo, il lavoro e lo studio dei professionisti non è una cosa che può venire dopo, le cause di una morte non possono venire dopo e non possono nemmeno essere semplificate. Troppo spesso nella nostra vita viviamo di semplificazioni, ma le semplificazioni non portano sempre a risposte plausibili in quanto mancano di una base scientifica – ha asserito il Vice Governatore FVG, Riccardo Riccardi -. Con questo registro ogni morte può dare invece una risposta seria e darci la possibilità di fare in modo che quella morte non si ripeta più. L’osservazione dei casi passati, infatti, determina una conoscenza maggiormente puntuale che consente agli operatori di evitare il verificarsi di certe situazioni. Per migliorare ulteriormente tutto ciò, sarà necessario tuttavia partire dalle campagne di prevenzione, uno degli aspetti purtroppo ancora deboli del nostro sistema”.