03.02.2022 – 07.10 – Diffusione dell’Omicron in Friuli-Venezia Giulia in ritardo rispetto alle altre regioni, progressivo calo del tasso d’infezione in queste settimane, percentuale più alta di positivi al Covid tra i non vaccinati e possibile ripresa delle attività ospedaliere ordinarie, sono i temi emersi ieri in mattinata in un incontro all’ASFO tra il vicegovernatore con delega alla salute Riccardo Riccardi e i presidenti degli ambiti socio sanitari, e nel pomeriggio con quelli dell’ASUFC. L’area del pordenonese attualmente risulta essere sì la più colpita ma l’occupazione ospedaliera è nettamente inferiore rispetto alle precedenti ondate. Gioca un ruolo importante il fatto che il Friuli occidentale sia la zona con il più alto tasso regionale di vaccinati. Il 79,5 per cento della popolazione di età superiore ai 5 anni ha ricevuto la somministrazione della terza dose. Durante il pomeriggio l’incontro tra il vicegovernatore è invece avvento con i presidenti degli ambiti socio-sanitari afferenti all’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. Analizzando la situazione dell’area udinese, Riccardi ha spiegato che “la diffusione del coronavirus in quell’area è in linea con la media regionale e che il tasso di vaccinazione della popolazione sopra i 5 anni di età si attesta al 75,7% a ciclo completo”. E’ stato anche rilevato come l’efficacia del vaccino riduca considerevolmente la sintomatologia grave del Covid-10 che conduce al ricovero. Una conferma che non arriva da semplici supposizioni ma dalla comparazione dell’indice di mortalità in regione nei sette giorni del 24 gennaio 2021 con quelli di quest’anno, i quali evidenziano un calo del 65% con 12,6 morti ogni 100mila abitanti rispetto agli attuali 4,4.
A livello regionale, tenendo in considerazione che circa il 79% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, i dati esposti, esaminati dal 22 al 28 gennaio 2022, hanno evidenziato come: il tasso di infezione tra i non vaccinati è stato quasi triplo rispetto a quello dei vaccinati ( 4.836 casi ogni 100mila persone contro 1.738 casi ogni 100mila persone); il rischio di mortalità sia stato superiore, su 70 decessi registrati in quel lasso di tempo, ben 34 riguardarono cittadini non immunizzati (113 ogni milione di persone) e 36 persone vaccinate (40 ogni milione). E’ stata illustrata anche una fotografia dei dati del 28 gennaio 2022, dai quali è emerso che: per i non vaccinati il rischio di ospedalizzazione è più che doppio, nelle corsie degli ospedali regionali si registrarono 206 positivi non vaccinati (68 ogni centomila) e 278 vaccinati (31 ogni centomila); nelle terapie intensive il rischio per chi non è protetto si decuplica, su 39 ricoverati ben 30 erano non vaccinati, 99 ogni milione contro 10 ogni milione.
Riccardi ha poi confermato l’elevata incidenza del virus tra il personale sanitario. “A gennaio i dipendenti del Ssr contagiati sono stati 1.672 e quelli delle strutture per anziani 638. Una situazione che crea difficoltà soprattutto in un momento in cui le aziende sanitarie sono ancora impegnate nella lotta al virus e che conferma l’impellenza di investire, oltre che sulle strutture e sulle tecnologie, sul capitale umano”.
Il vicegovernatore ha quindi evidenziato la fondatezza della richiesta avanzata al Governo dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome di rivedere il sistema di classificazione del rischio Covid. “La diffusione del variante Omicron ha portato a un forte aumento del numero di infezioni ma, anche grazie al vaccino, si registrano sempre più casi di persone asintomatiche. Il Governo deve quindi tenere conto di questo aspetto quando si analizzano le ospedalizzazioni. Ne sono un esempio i dati del 29 gennaio 2022: quel giorno solo il 35,8 per cento dei pazienti risultati positivi al tampone è stato ricoverato per problemi
legati al Covid-19, mentre il restante 64,2 per cento ha varcato le soglie dell’ospedale per altri motivi non connessi al coronavirus”. “Anche se gli obiettivi imposti dal generale Figliulo sono stati raggiunti – rimarca Riccardi- la nostra regione è ancora di poco al di sotto della media nazionale per percentuale di vaccinati, in particolare per alcune fasce d’età, come quella tra 12 e 19 anni e quella tra 50 e 59 anni”.
La caratteristica della variante Omicron è che ha una maggiore incidenza e propagazione del virus ma altresì un minor rischio per la salute quindi, nel caso in cui non ci siano ulteriori cambiamenti nelle prossime settimane, si potrà iniziare a ragionare sulla rimodulazione delle attività ospedaliere ordinarie in parte sospese, la definizione degli atti aziendali e degli investimenti necessari per il potenziamento del servizio sanitario regionale. Rispondendo alle richieste dei rappresentanti degli ambiti, che hanno espresso soddisfazione per l’intervento della Regione per ridurre ulteriormente il costo dei tamponi, Riccardi ha precisato che “è in corso una trattativa sindacale con i medici di medicina generale per consentire anche a loro di inserire l’esito dei tamponi antigenici rapidi nel fascicolo sanitario elettronico e di conseguenza accelerare l’emissione dei certificati di fine quarantena e isolamento”.
Il vicegovernatore ha infine spiegato che “durante un’emergenza di questo tipo è importante che chi ha un ruolo istituzionale operi per tutelare la salute dei cittadini senza perdersi in sterili polemiche. Nel corso dell’emergenza le terapie intensive allestite in Friuli Venezia Giulia e i professionisti che vi hanno lavorato e continuano a farlo oltre a rispondere alle necessità di tutti i cittadini che sono stati ricoverati in quei
reparti, sono state in grado anche di prestare soccorso alle altre regioni. Nessuno è stato lasciato indietro, che fosse residente nella nostra regione o meno, e questo è avvenuto nel rispetto delle regole e degli standard previsti”
[l.f]