04.01.2022 – 12.43 – Nonostante la ripartenza delle occupazioni e dei consumi, specie se comparato coi lockdown del 2020, anche il 2021 ha assistito in Friuli Venezia Giulia a un leggero calo delle polveri sottili. Sebbene su quest’aspetto pesi la natura della Regione, sulla quale influiscono molto le condizioni atmosferiche e l’inquinamento prodotto dal vicinato sloveno e austriaco.
Secondo le rilevazioni delle stazioni di misura dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) è diminuito il PM10 mentre, rispetto al 2020, è aumentata la quantità di ozono.
Per quanto concerne le polveri sottili, il 2021 ha assistito a un minor numero di sforamenti dei limiti di legge sulle concentrazioni medie giornaliere di PM10; una diminuzione molto marcata nelle zone al confine con il Veneto e nella bassa pianura friulana.
Rispetto a quanto avviene normalmente, il clima maggiormente autunnale di questo dicembre 2021 ha permesso di limitare l’inquinamento: “Questo andamento – osserva l’Arpa – confermato da almeno un paio d’anni, potrebbe essere un’evidenza positiva degli effetti dei cambiamenti climatici sulla qualità dell’aria: dicembre, tipicamente caratterizzato da prolungati periodi di ristagno, presenta invece un comportamento più autunnale che invernale”.
Per quanto riguarda l’ozono, spiega l’Arpa, “il 2021 è stato un anno peggiore rispetto al 2020, ma in linea con il triennio precedente (2018-2020)”, con un netto aumento del numero di superamenti della soglia giornaliera di 120 μg/m3.
[i.v]