14.10.2021 – 09.30 – Un gruppo di dieci nazioni europee, capitanate dalla Francia, ha chiesto alla Commissione Europea di riconoscere l’energia nucleare come una fonte a basso contenuto inquinante che dovrebbe far parte della transizione a lungo termine verso la neutralità climatica.
La Slovenia, in quest’ambito, si è inserita anche nella questione dell”energy crunch“,ovvero i gravi blackout che si stanno verificando in Cina e India, le principali piattaforme industriali del pianeta. Le dieci nazioni proponenti definisco il nucleare come un’alternativa energetica “stabile, affidabile e indipendente“.
La richiesta sottoposta all’attenzione di Bruxelles annovera le firme di Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Romania. Sembra dunque predominare il blocco dell’Europa centro-orientale, con la cospicua assenza delle principali potenze occidentali, ad eccezione dela Francia.
Le centrali nucleari generano oltre il 26% dell’elettricità attualmente prodotta nell’Unione Europea.
Oltre il 90% del gas naturale dell’UE proviene da importazioni straniere, con la Russia come principale produttore. È proprio questa dipendenza dall’estero una (ma non l’unica) causa del rialzo galoppante dei prezzi.
La lettera chiede che la Commissione UE includa l’energia nucleare dentro la “tassonomia verde UE”, una guida tecnica formulata dall’Unione per aiutare i governanti e gli investitori a identificare i progetti maggiormente utili per rispettare l’Accordo di Parigi. La Commissione UE ha inserito nel manuale forme di energia come il geotermico, il solare, l’eolico e persino l’idrogeno. Eppure continua a essere assente il nucleare, sul quale ferve il dibattito. La Germania ha infatti intenzione di chiudere tutti i suoi reattori entro il 2022, assieme ad Austria, Danimarca, Lussemburgo e Spagna. La Francia, a sua volta, ricava il 70% del proprio fabbisogno energetico dalle centrali nucleari, oltre ad aver fondato nel secondo dopoguerra il proprio potenziale bellico proprio sull’arsenale nucleare (dottrina gollista). A partire da gennaio la Presidenza del Concilio passerà alla Francia, fornendo a Parigi l’upper hand nei dibattiti, sebbene il ruolo contrario della Germania rimanga un ostacolo macroscopico.
[z.s.]