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lunedì, 17 Febbraio 2025

Progetto fotovoltaico ad Aquileia: le preoccupazioni della Fondazione

13.01.2025 – 12.25 – Il progetto per un parco fotovoltaico ad Aquileia, nella località San Zili-Casa Bianca, è stato autorizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia con decreto n. 55197 del 13 novembre 2024. L’impianto, che prevede l’installazione di 17.524 pannelli su un’area di 21 ettari, si trova a ridosso della zona “cuscinetto” del sito UNESCO di Aquileia, suscitando critiche per l’impatto paesaggistico e culturale su un territorio tutelato fin dal 1931 e incluso nel patrimonio mondiale dell’umanità dal 1998.

La decisione regionale era giunta nonostante i pareri contrari espressi dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Aquileia, dall’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali e dalla Fondazione Aquileia. L’area interessata è infatti tutelata da vincoli archeologici fin dal 1931 e da vincoli paesaggistici imposti dal decreto legislativo n. 42/2004. Inoltre, l’intera zona rientra dal 1998 nel sito UNESCO IT_825 “Area Archeologica di Aquileia e Basilica Patriarcale”.

A seguito dell’approvazione, in questi giorni la Fondazione Aquileia, il Comune, associazioni ambientaliste e consiglieri regionali di opposizione stanno manifestando l’opposizione al progetto.

La Fondazione Aquileia, con il suo presidente Roberto Corciulo, ha sottolineato il rischio di danni irreversibili per l’immagine e l’integrità del patrimonio UNESCO. “Mi sembra paradossale che non si possa trovare una collocazione diversa e più rispettosa per un impianto industriale come un parco fotovoltaico. L’alto valore percettivo della Basilica patriarcale e del suo campanile potrebbe essere compromesso da questa scelta”, ha dichiarato Corciulo, aggiungendo che tali interventi mettono a rischio il titolo stesso di Patrimonio dell’Umanità.

Anche il sindaco di Aquileia, Emanuele Zorino, ha ribadito la necessità di tutelare un sito di rilevanza storica e culturale unica al mondo. “Aquileia rappresenta la culla della nostra Regione e un riferimento per l’Europa centro-orientale. L’impatto paesaggistico e ambientale di questo progetto sarà fortemente negativo, sia per la zona cuscinetto del sito UNESCO che per il perimetro principale”, ha dichiarato Zorino, auspicando normative più rigorose per la collocazione di impianti di energia rinnovabile in aree di pregio.

Inoltre, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle) ha denunciato il ritardo della Regione nell’individuare le aree non idonee per impianti fotovoltaici, obbligo che sarebbe dovuto essere assolto entro sei mesi dal 2 luglio 2024. Secondo Capozzi, il disegno di legge approvato dalla Giunta a dicembre non è ancora stato sottoposto al Consiglio regionale, lasciando spazio a nuove richieste di impianti, come i progetti per due parchi agrovoltaici a Pradamano e San Quirino. La consigliera ha evidenziato che la mancanza di norme efficaci rischia di generare ulteriori ritardi e contenziosi, aggravando una situazione già critica.

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