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venerdì, 18 Aprile 2025

Ambra Presot dal liceo linguistico al corso per Maker Digitale allo IAL di Gorizia

21.02.2024 – 11.32 – Una società che sta cambiando rapidamente ed un proliferare di nuove competenze e figure professionali. Questo è lo scenario di fronte al quale gli Istituti di Formazione Professionale regionali (Effepi) si stanno adattando molto rapidamente sia con l’introduzione di nuovi corsi, sia con un aggiornamento continuo degli esistenti. Tra i vari scopi anche quello di accorciare il divario che si è creato in ambito occupazionale tra domanda e offerta. Sono sempre di più i giovani che, dopo le medie, guardano agli IeFP come prima scelta e non come una soluzione di ripiego. Ma ci sono anche storie peculiari come quella di Ambra Presot che, con coraggio, ha deciso di ricominciare rinunciando a tre anni di liceo linguistico per diventare Tecnico della modellazione e fabbricazione digitale (Maker Digitale).
Il corso di quattro anni obbligatori, è stato avviato nel 2021 allo IAL di Gorizia, ed è improntato sulla modellazione e creazione di oggetti e di progetti. Gli allievi acquisiscono competenze specifiche sul disegno cad 2D e 3D; sulla programmazione di macchine per l’artigianato digitale (frese, taglio laser, stampa 3D; sulla realizzazione di schede elettroniche e la relativa programmazione; sullo sviluppo del concept design (materiali, progetti, disegni). L’alternanza scuola lavoro che inizia dal secondo anno in modo graduale, a partire dal terzo anno corrisponde più o meno a metà delle ore di tutto il corso.

Ambra come mai, ad un buon punto del tuo percorso liceale, hai deciso di cambiare rotta e scegliere un Istituto di Formazione Professionale?  

È una domanda che mi fanno in molti e a tutti rispondo che ci sono arrivata un po’ per caso. Al terzo anno di Liceo linguistico ho sentito l’esigenza di guardarmi intorno per capire meglio che strada intraprendere. Avevo bisogno di una prospettiva diversa che fosse più orientata verso il mondo del lavoro. Quindi sono andata direttamente in sede allo IAL di Gorizia per vedere quali fossero le loro proposte. Per mia fortuna quell’anno iniziava il corso di Maker Digitale, che ho trovato molto interessante e di cui poi mi sono appassionata.

Hai ricominciato da capo perdendo tre anni di liceo, quale è stata la cosa che ti ha mosso dentro?

Sicuramente, per come sono strutturati i percorsi formativi, il fatto di sapere di poter avere più possibilità di accesso all’ambito lavorativo. Con un corso di formazione professionale si apre un ventaglio di possibilità non indifferente. Poi chiaramente la forte motivazione è stata determinata che ho trovato estremante interessante il corso che ho scelto.

Questa tua passione per il Design da cosa ti arriva?

In realtà, nonostante abbia scelto un liceo linguistico, c’è sempre stata. Lo studio delle lingue mi ha sempre interessato molto, ma poi ho capito che non era la mia strada. In questo corso quello che mi stimola è il poter partire da un’idea, progettarla e poi vederla realizzata. Anche se non ho mai avuto una base di disegno tecnico, attraverso i mezzi che ci vengono messi a disposizioni non ho avuto grandi difficoltà. Non è necessario saper già disegnare, lo impari a lezione. Noi, ad esempio, per il disegno utilizziamo programmi come Fusion 360, Solidworks e Rhinoceros, che sono di facile intuizione.

Il primo stage lo hai fatto al Manta Project di Monfalcone? Qual è stata la tua esperienza?

È stata un’esperienza molto interessante, infatti quest’anno la seconda parte delle ore di stage sono tornata a farle lì, è un ambito che mi attrae molto. La Manta Project è un’azienda che si occupa di progettazione di interni nel settore navale crocieristico.  Sono partita dai lavori più semplici come contare gli arredi o studiare tutte le tipologie di materiali da utilizzare nei vari ambienti, da quelli interni a quelli esterni, fino ad arrivare a lavori un po’ più complessi come lo studio dell’impiantistica. Mentre da un punto di vista dei programmi di disegno progettuale ho usato solo l’Autocad.

La prima metà del terzo anno l’hai fatta alla Solaris Yachts di Aquileia, raccontami di questa esperienza?

La Solaris Yachts di Aquileia è una delle più importanti aziende internazionali di progettazione e realizzazione di barche a vela. Quindi sono passata da uno studio di progettazione più piccolo, anche se l’ambito di riferimento è quello navale, ad una realtà più grande e strutturata, con una tipologia diversa di progettazione d’interni. Qui la mia esperienza è stata diversa perché lavorano tutto in 3D, con un differente approccio al lavoro. Sotto certi punti di vista ho trovato grandi somiglianze tra entrambe le realtà, anche se cambia la scala perché sulle navi da crociera si lavora sui lot mentre alla Solaris si eseguono lavori proporzionalmente più piccoli. Anche la tipologia di arredi differisce, perché si passa dagli ampi spazi di una nave a crociera a quelli più ristretti dei cabinati.

E umanamente parlando come ti sei trovata?

Molto bene da entrambe le parti. Lo studio Manta Project è una realtà più piccola, più raccolta quindi il rapporto è sicuramente più diretto, mentre la Solaris è un’azienda medio grande, dove ci sono molte più persone con un’organizzazione più strutturata.

Perché per la seconda parte dello stage di quest’anno sei voluta tornare alla Manta Project?

Mi piace come lavorano e il settore dell’arredo navale mi interessa molto; quindi, sono tornata per continuare ad approfondire questo tipo di attività. Tuttavia, non nascondo che vorrei provare anche altre esperienze.

Che futuro vedi per il settore della progettazione dell’arredo navale-crocieristico?

Credo che, rispetto alla progettazione, dovrebbero sfruttare di più la tecnologia. In questo momento è fatto tutto manualmente, mentre con un maggiore supporto tecnologico i passaggi diventerebbero più semplici. Noi, ad esempio, allo IAL abbiamo un laboratorio di automazione con quattro braccia, e con gli strumenti che si stanno sviluppando adesso nulla vieta che in un futuro ci sia qualche supporto anche per i progettisti.

A chi consiglieresti questo corso?

Sicuramente a chi ha voglia di fare, e non si faccia condizionare dai preconcetti sugli Istituti di Formazione Professionale. Sono corsi validi con una docenza molto preparata che viene direttamente dal mondo del lavoro e che riporta la propria esperienza concreta nell’insegnamento. Molti ragazzi e le loro famiglie pensano che il liceo sia superiore ma io, avendoli provati entrambi, posso assicurare che non è così. Ad esempio, quando avrò finito questo percorso, a meno che non mi si presentino allettanti opportunità lavorative, voglio continuare e prendere il Diploma per poter accedere all’Università e proseguire gli studi.

[l.f]

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