17.08.2023 – 07.30 – La meravigliosa e immensa distesa d’acqua che è l’oceano diventa di anno in anno una vera e propria discarica della terra. Per studiosi e scienziati, negli ultimi 15 anni, l’inquinamento marino ha raggiunto livelli senza precedenti andando ad intaccare la vitalità di quello che è considerato il polmone del nostro pianeta.
L’inquinamento che rappresenta uno dei più grandi problemi di questi ultimi anni è quello da plastica. La plastica è un prodotto sintetico a lunga conservazione formato da polimeri. Essa rappresenta uno dei nemici più grandi dell’ambiente, perché la sua decomposizione si completa in un centinaio di anni. La plastica rappresenta una delle costanti della nostra vita quotidiana, tra prodotti che consumiamo e imballaggi che usiamo. Quando la plastica non viene riciclata correttamente si accumula come scarto a terra e in seguito finisce nell’ambiente marino, creando così inquinamento.
La plastica però non rappresenta l’unico tipo di inquinamento. Esistono altre cause per quest’ultimo, come gli scarichi urbani e industriali sulle coste. In alcuni casi questi scarichi possono contenere metalli pesanti e sostanze radioattive che avvelenano l’acqua provocando la moria dei pesci. È importante sottolineare che la plastica va incontro ad un lungo processo di biodegradazione, passando per fasi e forme differenti. Per l’azione di erosione dell’acqua e delle correnti la plastica si spezza in frammenti più piccoli (microplastica), arrivando anche a raggiungere dimensioni microscopiche inferiori ai 5mm di diametro. La plastica diventa così una delle principali cause di morte per soffocamento di molti pesci e uccelli marini, perché viene scambiata per cibo o plancton. Ad oggi, secondo gli studi, sono 115 le specie marine a rischio. Le principali cause di morte sono infatti soffocamento e ingestione, ma anche intrappolamento e ferite.
Il Friuli Venezia Giulia è caratterizzato da una complessa rete idrografica, costituita da acque interne e acque costiere che costeggiano la parte orientale della regione. Negli ultimi anni anche questo raro e prezioso patrimonio naturale è stato messo in serio pericolo dall’inquinamento marino. L’ARPA FVG, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia, è l’ente che si occupa del monitoraggio dei livelli di inquinamento delle acque. Dai campionamenti effettuati due volte l’anno sui litorali della regione, si è arrivati a stimare che i rifiuti marini presenti lungo tutto il litorale siano pari a 6,5 tonnellate.
Una delle tante soluzioni a questo problema è la sempre più necessaria sensibilizzazione delle persone. In un mondo dove i cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, ognuno di noi deve riconoscere l’impatto che ha sul proprio pianeta. Diventa cruciale quindi dare corrette informazioni ed i corretti dati per capire la portata di questo problema mondiale. Basti pensare che è solo nell’anno 1975 che l’uomo ha iniziato ad interessarsi seriamente del benessere dell’ambiente, con la Convenzione di Londra che è il primo accordo internazionale a esporre la necessità di dedicare più attenzione all’ambiente marino.
Tutti i paesi del mondo si stanno adoperando per trovare soluzioni a questo enorme problema, ascoltando gli scienziati e le loro tecniche innovative. Ma ognuno di noi può compiere una piccola parte nella battaglia contro l’inquinamento. Si può iniziare evitando di gettare per terra i mozziconi di sigaretta, oppure riciclare la plastica nel modo corretto.
Anche la regione del Friuli Venezia Giulia negli anni si è adoperata per arginare e risolvere quello che è diventato uno dei problemi più attuali degli ultimi anni. Una delle iniziative della regione è “aMare FVG“, lanciata nel 2019. L’operazione è cominciata con la pulizia del Golfo di Trieste, poi le pulizie del canale di Ponterosso e poi pulizie ai Topolini di Barcola.
L’obiettivo è quello di creare un nuovo tipo di gestione dei rifiuti e di accrescere la sensibilità del singolo. Il coinvolgimento è la cifra di questo progetto, dove tutti devono collaborare per rendere il mare e le spiagge dei luoghi più puliti. Per il bene di tutta la comunità ma principalmente per il bene del nostro ecosistema.
di Michela Petrillo