28.01.2023 – 07.30 – L’evento organizzato dalla Conferenza delle Regioni nel cuore del Porto Vecchio di Trieste, ‘Selecting Italy 2023. Gli ecosistemi territoriali e la governance per l’attrazione di investimenti esteri‘, è stata anche l’occasione per alcune ‘indiscrezioni’ energetiche oltreoceano. La convention appena conclusasi ha infatti, nonostante si discutesse di investimenti esteri in generale, assistito a una massiccia partecipazione americana.
Rientra in quest’ambito, sconfinando nel campo dell’energia nucleare alla quale Trieste per la vicinanza a Krško è particolarmente sensibile, l’intervento per ‘Un ponte con l’Atlantico‘, di Alessandro Sabbini, Responsabile Rapporti Istituzionali Centrali ENI.
Sabbini ha evidenziato come ENI, pur essendo presente in 69 diversi paesi, abbia una relazione speciale con gli USA, per i quali è presente nel settore petrolifero ancora dagli anni Settanta. Oggigiorno ENI si sta muovendo sul fronte delle rinnovabili particolarmente in Texas che si sta rivelando una (inaspettata) nuova frontiera, specie per l’uso dell’eolico.
È stata poi fondata ‘ENI Next‘, un veicolo di corporate venture capital, specializzato nelle tecnologie per la transizione energetica; ha sede a Boston, città definita da Sabbini insuperabile per il forte connubio tra università, azienda e ricerca.
In quest’ambito ENI Next è il principale investitore di Commonwealth Fusion Systems, uno spin off del MIT nato nel 2018 per progettare la fusione nucleare a confinamento magnetico. Il progetto è molto più avanzato secondo Sabbini della concorrenza e risulta a uno stadio molto più concreto del famoso esperimento del NIF in California, dell’autunno 2022.
Il cronoprogramma annunciato da Sabbini è infatti di breve periodo; si prevede nel 2025 il “primo reattore sperimentale con energia netta da fusione magnetica” e nel 2030 il “primo reattore di tipo industriale da collegare alla rete”.
Gli investimenti americani nel campo della fusione nucleare stanno crescendo esponenzialmente, ha osservato Sabbini, tanto a livello pubblico, quanto privato. Secondo il responsabile ENI “si sta creando una catena di valore realmente transatlantica“. E discutendo di investimenti dall’estero, Sabbini ha evidenziato che “ci piacerebbe che l’Italia fosse una delle realtà pronte a ospitare una tecnologia di questo tipo“. Però è noto, nucleare e Italia non vanno d’accordo, specie a livello di quella volontà popolare, di quella democrazia che proprio gli USA propugnano come collante tra i due paesi. Sabbini infatti ha evidenziato “quanto complicato sia far accettare alcuni investimenti industriali sul territorio”, prospettando come sia “fondamentale coinvolgerli” e “convincerli dell’importanza di essere parte di questa rivoluzione”.
di Zeno Saracino