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lunedì, 28 Aprile 2025

Correlazione tra piogge intense e terremoti. Ne parla l’OGS

08.10.2022 – 10.00 – Se abiti in una zona a rischio terremoto, poni attenzione ai periodo di pioggia torrenziale, specie se prolungati per lunghi periodi. È quanto emerge da un nuovo studio dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS di Trieste, secondo cui c’è un nesso chiaro tra clima umido e terremoti. Lo stesso terremoto ‘storico’ del Friuli del 1976 potrebbe essere stato favorito da un periodo d’intensa piovosità. Lo studio, pubblicato su Frontiers of Earth Science, ha analizzato le tempistiche dei terremoti più forti (magnitudo da 5.8 a 7.1) avvenuti lungo gli Appennini a partire dal 1901 in relazione alle variazioni dell’umidità del suolo. Compare, in quest’ambito, un’evidente sincronia tra fasi di clima umido e terremoti.
Gli eventi sismici sono causati da movimenti della crosta terrestre e dal conseguente accumulo di sforzo che ne causa la fratturazione. Periodi climatici maggiormente piovosi della durata di qualche anno determinerebbero un accumulo di acqua nel sottosuolo e l’aumento della pressione in prossimità delle faglie, favorendo la generazione di eventi sismici. Lo studio andrebbe inserito a sua volta nell’ambito del cambiamento climatico; la tendenza infatti degli ultimi decenni è di alternare periodi di siccità a mesi d’intense piogge; elementi che favorirebbero pertanto l’insorgere di scosse più o meno gravi, assieme agli usuali fenomeni di smottamento del terreno (frane, colate di fango, ecc ecc).

“Il fenomeno è noto da decenni in relazione a singoli terremoti o piccole sequenze sismiche innescate dalla creazione di bacini o da eventi alluvionali” racconta Pier Luigi Bragato, primo tecnologo del Centro di Ricerche Sismologiche dell’OGS e autore dello studio. “Recenti lavori dell’OGS, come questo appena pubblicato, evidenziano persistenza e sistematicità del fenomeno in ampie aree a elevato rischio sismico. In particolare in Italia, lungo gli Appennini e le Prealpi veneto-friulane, l’effetto sarebbe amplificato dalla natura carsica del territorio. Terremoti disastrosi come quelli della Marsica del 1915, del Friuli del 1976, dell’Irpinia del 1980 e dell’Aquila del 2009 sono avvenuti in corrispondenza di picchi del carico idraulico. Questa corrispondenza si estende anche ai secoli passati, con un incremento di attività sismica nel corso delle fasi più acute di quella che dai climatologi viene definita Piccola Era Glaciale, a cavallo del 1300 e tra 1600 e 1900. Per contro, la sismicità tende a diminuire in maniera statisticamente significativa nei periodi di clima secco” precisa il ricercatore.

Il fenomeno è stato evidenziato in un ulteriore studio relativo alla California meridionale, dove si osserva una drastica riduzione dei terremoti in corrispondenza alla siccità degli ultimi anni.
“Gli studi pubblicati – conclude Bragato – soffermandosi su aree caratterizzate da forti terremoti, sembrano indicare che l’effetto delle precipitazioni nel favorire l’occorrenza di eventi sismici non sia episodico e marginale, bensì possa essere un elemento chiave da considerarsi nell’evoluzione della sismicità”.

[z.s.]

Zeno Saracino
Zeno Saracinohttps://www.triesteallnews.it
Giornalista pubblicista. Blog personale: https://zenosaracino.blogspot.com/

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