28.05.2022 – 07.50 – Pandemia, crisi economica e ora il conflitto Russia-Ucraina. Quelli odierni non si può certo dire siano tempi tranquilli e il futuro per gli italiani appare ormai sempre più incerto. La paura principale rimane quella legata all’aspetto economico con il timore di non disporre di un reddito sufficiente: il dato è emerso nella nuova edizione di Radar SWG dove l’istituto di ricerca ha sondato il clima sociale nel Paese tramite un’intervista a campione.
Se per il 37% degli intervistati la principale paura è quindi quella di non avere abbastanza soldi, al contempo emergono alcuni timori nati e sviluppatisi in seno alla pandemia e che a tre anni di distanza rimangono ancora consistenti – seppure in calo rispetto agli anni precedenti: quello di non riuscire a godersi i piaceri della vita (32%) e il non essere in grado di fare le attività a cui si era abituati nel periodo pre-covid (20%). Per quasi il 20% degli intervistati spaventano poi i ritmi troppo frenetici della società e il 17% si è detto preoccupato dai cambiamenti in atto in quest’ultima. Sempre legato al tema dell’incertezza economica, tra le preoccupazioni anche quella di non essere in grado di aiutare figli e  nipoti (15%) e il diventare in futuro un peso per gli altri (14%). Completano il quadro la paura della malattia (25%) e la mancanza di sicurezza personale (24%).
Il pessimismo degli italiani non riguarda però solo il proprio futuro ma anche quello del Paese. Tra i principali timori spicca la preoccupazione che l’Italia diventi una nazione povera (30%), con grandi ingiustizie sociali (38%) e precariato (32%). In particolare sul tema dell’impoverimento del paese il dato ha visto una risalita a seguito dell’arrivo della Pandemia, interrompendo il trend “positivo” che vedeva gli italiani riprendere lentamente un po’ di fiducia per gli anni a venire. Cresce inoltre la preoccupazione per il degrado ambientale, in linea con gli anni precedenti dove il dato ha registrato un continuo e progressivo aumento, mentre cala il timore riguardante la presenza di troppi stranieri (passato dal 29% nel 2017 al 14% nel 2022). Infine, solo il 10% teme l’Italia possa diventare un paese pericoloso e il 18% un paese senza identità .
Un quadro insomma non roseo, che vede gli italiani sempre meno fiduciosi rispetto agli anni a venire. A conferma di ciò, ben il 71% degli intervistati si è detto pessimista riguardo al futuro dell’Italia e il 56% rispetto al proprio futuro personale.
Infine, per riprendere le redini del paese in mano secondo gli intervistati la strada da seguire non è però quella delle soluzioni drastiche o radicali, cala infatti – dal 2018 – la voglia di rivoluzione, mentre aumenta il numero di chi crede che il percorso giusto sia invece quello delle riforme.
[n.p]