18.05.2022 – 07.40 – La legge SviluppoImpresa sembra aver avuto positive ripercussioni sul tessuto industriale del Friuli Venezia Giulia: a fronte di incentivi statali agli insediamenti pari a 100 milioni, il territorio ne ha restituiti più del triplo (320 milioni), con una stima di 1000 assunzioni.
Ora il Friuli Venezia Giulia mira a compiere un passo ulteriore, sfruttando la misura per gli incentivi e rivolgendola nei confronti dei territori post industriali della Regione, da tempo in degrado: secondo il Masterplan Fvg vi sono quasi duecento (182) complessi produttivi degradati, per i quali servirebbero 421 milioni di euro per il ripristino. Spazi che si pensa di offrire alle imprese e ai Consorzi regionali tramite appositi incentivi nel 2023, onde procedere a un recupero integrale.
La mossa della Regione verrebbe inoltre calata nel contesto della transizione ecologica, affiancando agli incentivi per le aree degradate, quelli per la riconversione verde degli impianti di produzione.
Sul piano contributivo, tra le misure di particolare interesse la Regione ha sottolineato quella sugli incentivi all’insediamento, fortemente orientata al sostegno delle iniziative di efficientamento energetico, di cogenerazione ad alto rendimento o di produzione di energia da fonti rinnovabili, in merito alle quali le percentuali di aiuto diretto possono incidere mediamente dal 50 al 65% dell’investimento.
Si mira anche a estendere l’ambito di azione dei Consorzi al di là delle zone D1 (agglomerati industriali di interesse regionale), allargandosi sino a quelle D2 e D3 (industriale di interesse locale e artigianale).
L’intero insieme degli incentivi, se inserito a sua volta nel programma dei fondi del PNRR e nelle iniziative transfrontaliere (tra tutte la Valle dell’idrogeno), assume sfumature notevoli, sebbene la reale occupazione e le ricadute sul consumo del suolo rimangano ancora d’analizzare.
[z.s.]