14.05.2022 – 07:10 – Uno dei tanti snodi collaterali dell’invasione russa dell’Ucraina riguarderà le nazioni situate al confine con la Russia, i cui timori di fronte alle politiche espansionistiche del Cremlino sono cresciuti esponenzialmente. Tra questi ci sono Svezia e Finlandia che, com’è ormai noto da settimane, hanno deciso di attivare una procedura di adesione alla Nato per prevenire la minaccia di incorrere nella stessa sorte dell’Ucraina, o quantomeno per poter affrontare una simile eventualità con una più solida difesa militare. La Nato, giova ricordarlo, è un’alleanza a scopo difensivo, che prevede l’intervento degli stati membri a difesa di chiunque tra di essi si trovi ad affrontare un’aggressione militare.
A fronte di questi sviluppi recenti, dalla Turchia si è levata la voce di Edrogan, che ha definito “un errore” l’eventuale ’ingresso dei due stati nell’alleanza. Alleanza in cui l’esercito turco costituisce la seconda forza per dimensioni. Difficile inquadrare le parole del leader turco, che nei confronti di Putin ha sempre tenuto, e continua a mantenere, una posizione ambigua. Erdogan denuncia la presenza di gruppi terroristici di matrice curda del PKK, Partito dei Lavoratori del Kurdistan, all’interno di Svezia e Finlandia, un’accusa dai contorni propagandistici i cui reali risvolti sono ancora poco chiari. Gli analisti non escludono che si tratti di una posizione di comodo per ottenere un potere negoziale maggiore nelle trattative con gli alleati.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha reso noto che l’ingresso delle due nazioni nordeuropee nella Nato è stato discusso anche dai membri del Consiglio di sicurezza russo con il leader Vladimir Putin. Com’è acclarato, la Russia contrasta fermamente questa prospettiva che pare diventare sempre più realistica. Peskov ha commentato dicendo che “la Russia sarà costretta ad adottare misure di ritorsione, sia di tipo militare che di altra natura”. Nei giorni scorsi Dmitri Medvedev si era espresso così sulla questione: “Vicino ai nostri confini aumentano le probabilità di un conflitto tra la Russia e la Nato. Un conflitto che rischia di trasformarsi in uno scontro nucleare”.
Nella giornata di ieri è avvenuto anche il primo contatto telefonico tra il capo del pentagono, Lloyd Austin, e il ministro della Difesa russo, Sergey Shoigu. Come fa sapere il Pentagono stesso, Austin ha chiesto a nome degli USA un rapido cessate il fuoco in Ucraina e ha sottolineato l’urgenza di mantenere attivi i canali di comunicazione diplomatica.
Intanto a Kyiv è iniziato il primo processo per crimini di guerra. L’imputato, il ventunenne soldato russo Vadim Shishimarin, è accusato di aver ucciso un civile nella regione di Sumy, in violazione delle leggi e dei costumi di guerra, e rischia l’ergastolo. L’accusa a carico del militare è di aver sparato alla testa di un civile che stava pedalando in bicicletta lungo il ciglio di una strada, uccidendolo sul colpo.