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L’Ucraina accusa: dalla ritirata russa emergono mine e armi chimiche

18.04.2022 – 07:10 – Molti analisti da settimane fanno notare che un’economia a scarso valore aggiunto come quella russa, che fondamentalmente si regge sull’esportazione di materie prime, necessita delle tecnologie e delle conoscenze dei paesi piĂą avanzati non solo per progredire, ma semplicemente per mantenere lo status quo. E’ questo uno dei punti cruciali delle sanzioni economiche comminate dall’occidente, i cui risultati iniziano giĂ  a vedersi, almeno stando a quanto afferma la deputata ucraina Lesia Vasylenko. In un tweet, Vasylenko scrive che l’impossibilitĂ  di acquistare componenti per assemblare i sistemi missilistici antiaerei Buk ha portato la produzione degli stessi a livelli prossimi allo zero. La notizia apre scenari che vanno ben oltre il caso specifico, visto che la dipendenza russa dalle importazioni di tecnologia riguarda anche molti altri settori, compresa la difesa nazionale stessa. D’altro canto all’Ucraina continuano ad arrivare aiuti militari, anche se Zelensky ritiene siano ancora insufficienti. La Gran Bretagna nei giorni scori ha fornito armi, con annesso addestramento per i militari che devono servirsene.

Mentre Zelensky avverte che l’Ucraina non rinuncerĂ  al Donbass e che, nel caso i prigionieri di guerra venissero uccisi dai russi, ogni negoziato verrebbe interrotto, dai territori liberati dall’invasione emergono nuovi dettagli. A Borodyanka, nella regione di Kiev, dalle macerie sono emersi i cadaveri di 41 persone. Ad oggi sono oltre mille le vittime civili accertate nella regione. Oltre ai morti, l’esercito russo ha disperso trappole e mine, che nella cittĂ  di Trostyanets, nella regione di Sumy, nel Nord-Est del Paese, hanno causato la morte di cinque bambini ucraini e altri ferimenti. Sempre dalla regione di Sumy arrivano indiscrezioni sul rinvenimento di armi chimiche, Sarin e altre sostanze. Sarebbero state abbandonate dall’esercito durante la ritirata. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Trostyanets, Yuriy Bova, alla radio ucraina: “Abbiamo trovato i resti di armi chimiche nel villaggio di Bilka, Sarin e altre sostanze. Sono stati trovati dei contenitori. Ora il servizio di sicurezza ucraino ci sta lavorando. Forse gli occupanti volevano spargere queste sostanze chimiche a Kiev, Poltava o in altre cittĂ ”. GiĂ  nei giorni scorsi era trapelata la notizia, mai confermata, dell’uso di armi chimiche negli attacchi russi. Un’eventualitĂ  che, se mai si verificasse, potrebbe dare una svolta al conflitto, causando l’entrata in guerra delle nazioni occidentali.

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