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sabato, 19 Aprile 2025

Udine, Norma Cossetto: prendersela con un palo non cambia la storia

11.03.2022 – 13.27Un gesto che si ripete. Una spirale d’odio che si manifesta in un atto che potrebbe passare quasi inosservato. Molti potrebbero pensare quanto chiasso per un palo che sparisce. Quanto clamore per un nome che appartiene al passato. Accanirsi contro il nome di Norma Cossetto, la giovane brutalizzata e uccisa dai partigiani jugoslavi nei pressi della foiba di Villa Surani, vuol dire giustificare ogni tipo di violenza. Che appartenga alla memoria di quei gesti ingiustificati che si verificano durante ogni conflitto bellico, o che sia il riflesso di comportamenti presenti il significato non cambia, perché un simbolo contro la violenza è un simbolo universale. Prima dell’inaugurazione del 9 febbraio, il palo recante il nome venne rinvenuto al suolo. La sera del 9 marzo è addirittura sparito. Sembra quasi ci sia una programmazione mensile. Alessandro Ciani, assessore alla Sicurezza di Udine dubita che si tratti di un incidente stradale perché a terra non sono stati rinvenuti vetri o oggetti che indurrebbero a pensarlo. “Abbiamo fondate ragioni, pertanto, per pensare che sia stato l’ennesimo vile gesto dei soliti negazionisti”, ha dichiarato in una nota l’assessore. “L’auspicio è che si possa fare chiarezza sulla vicenda e si possa risalire ai responsabili di un gesto grave, che offende la memoria di una ragazza che ha subito violenze inaudite nel nome di un’ideologia cieca e intrisa di odio”.

È chiaro che morire per un’ideologia è ormai un concetto molto lontano dalla nostra comprensione. Un esempio ne è il conflitto Russia-Ucraina. Ogni giorno migliaia di messaggi sui social parlano del gesto quasi suicida del popolo ucraino chiedendosi perchè non si arrendono. Ogni giorno migliaia di messaggi dimostrano di non capire che lottare per la libertà porta in seno un elevato spirito di sacrificio, indipendentemente dalla parte in cui si decida di stare. Morire per un ideale non ha un colore ed è un gesto che va rispettato. Questa mattina il palo è stato ritrovato in via Attimis e ripristinato, ma la gravità del gesto non cambia. Potremo raccoglierlo e ripristinarlo infinite volte, ma ci sarà sempre qualcuno che “sfogherà il riflesso dell’odio contro sé stesso” su di un muro, un monumento o una semplice didascalia. Gli operai comunali questa mattina alle 10.30 oltre ad averlo ritrovato, lo avevano già risistemato e rinforzato con una colata di cemento intorno. Sul posto, il sindaco Pietro Fontanini e l’assessore alla Sicurezza Alessandro Ciani.

“Ringrazio i dipendenti – così Fontanini- per essere stati solerti e solleciti nel rintracciare e rimettere il palo al proprio posto. Di certo, non mi stanco di stigmatizzare e condannare atti gravi, che offendono la memoria di una ragazza che ha subito violenze feroci ed è stata massacrata dai suoi aguzzini per ragioni di bieca ideologia. Inutile fingere di fare i sepolcri imbiancati: il gesto dell’altra notte ha una matrice politica marcata”.  Ciani aggiunge: “Un paio di anni fa erano successe vicende analoghe al parco Martiri delle Foibe. Siamo al cospetto di persone che vogliono negare eventi drammatici che, invece, devono essere raccontati e conosciuti”.  Sindaco e assessore valuteranno come disporre l’area di un sistema di videosorveglianza. “Per ora – chiudono – confidiamo nell’intelligenza delle persone e speriamo che il cemento funga da deterrente per certe iniziative squallide”.

Basterà una colata di cemento a curare un animo deviato?

[l.f]

 

 

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