12.01.2022 – 12.47 – Le piccole Silicon Valley friulane e giuliane iniziano a fruttare posizioni di rilievo nel panorama nazionale italiano: la scelta di aver connesso ricerca e sviluppo tecnologico all’economia delle start up ha garantito al Friuli Venezia Giulia il titolo di terza regione italiana per capacità innovativa e seconda per percentuale di start up innovative a confronto con le nuove società di capitali. Sebbene in questo caso occorra considerare come le start up innovative siano altamente vantaggiose sotto il profilo fiscale e come il secondo posto sia stato raggiunto grazie a valori assoluti citati come “molto contenuti”.
Il Friuli Venezia Giulia figura inoltre al quarto posto per spesa in Ricerca&Sviluppo (R&S). Vi sono in totale 248 start up innovative, equivalenti all’1,8% del totale in Italia. Udine mantiene il primato con 119 start up, seguita da Pordenone con 64, Trieste con 57 e Gorizia con 17. Predomina la fornitura di nuovi software e la consulenza informatica (35,9%); industria e artigianato (29%), servizi di informazione, ricerca scientifica e sviluppo (10,5%).
Il maggiore impegno, a livello istituzionale, avviene per le spese in innovazione, le innovazioni di processo introdotte dalle piccole e medie imprese (pmi) e infine per la collaborazione tra le pmi innovative e le aziende di maggior dimensioni. I dati provengono dal Centro Studi della Camera di Commercio Pordenone-Udine:
“Se l’Italia nel suo complesso è classificata come innovatore moderato, penalizzata dai parametri sulla spesa in ricerca e sviluppo e la quota di popolazione laureata – ha commentato il presidente Cciaa Pn-Ud Giovanni Da Pozzo – quasi tutte le regioni del Nord, incluso il Friuli Venezia Giulia, sono invece considerate innovatori forti”.
[z.s.]