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sabato, 19 Aprile 2025

Trieste Photo Days 2021: il “dietro le quinte”

Uno dei più importanti festival internazionali della fotografia. Fino al 9 gennaio si possono ancora visitare alcune delle esposizioni

10.12.2021-09.30 – Trasformare internet in realtà, internazionalizzazione, unicità, qualità dell’accadimento ed accessibilità sono gli elementi che contraddistinguono il Trieste Photo Days. Ma dietro le quinte c’è un ragionamento molto più complesso, un articolato gioco di scacchi con un’infinita possibilità di linee che uniscono altrettanti punti infiniti in cui il Festival diventa la mossa finale, quella vincente dello scacco al Re.

Mara Zanette durante la presentazione

Trieste Photo Days nasce nel 2014 come naturale necessità di trovare un contesto adeguato alla premiazione del contest internazionale URBAN Photo Awards allora già alla sua quinta edizione, ideato e organizzato dall’associazione culturale dotART di Stefano Ambroset, esterofilo triestino che da anni cerca di portare il mondo nella sua città natale. Il successo dell’iniziativa ha creato una tale risonanza a livello mondiale da far definire “Trieste capitale della fotografia internazionale”. Di fatto è l’unico festival nazionale nel suo genere strutturato e organizzato per accogliere fotografi da tutto il mondo, anche attraverso il supporto di interpreti con radioline per la traduzione simultanea.

Ma facciamo un passo indietro perché il Grande Festival della Fotografia nasce proprio grazie a URBAN. Il contest fotografico internazionale ha 12 anni, tanti quanto quelli dell’associazione “dotART – punti di appartenenza”, la cui origine nasce da una visione di punti che si uniscono all’infinito per superare il concetto di confine. Lo spazio per dotART, il cui lemma è “Trasformare internet in realtà, è relativo, quasi inesistente, se non fosse per l’evento finale della premiazione che, come un alambicco, trasforma il lavoro svolto annualmente in qualcosa di prezioso e unico permettendo ai partecipanti di venire a contatto con i grandi della fotografia, prendere parte ai loro progetti e assistere ai loro workshop.

Winner of the Projects & Portfolios section Luca Meola with Crackland

Il continuo e faticoso impegno di Stefano Ambroset e adesso anche di Mara Zanette di lavorare sulla rete di contatti e allo sviluppo di progetti di altissimo livello qualitativo, ha creato nel tempo quelle preziose sinergie e collaborazioni che hanno reso URBAN una costante nell’ambito internazionale. Per anni Ambroset ha viaggiato per tutta l’Europa esponendo mostre tratte dal contest URBAN e creando relazioni fuori dai confini regionali. Un approccio che è risultato estremamente utile quando nel 2016 decise di fermarsi e cambiare rotta: non fare più Maometto che va alla Montagna ma trasformare Trieste nella Montagna che accoglie i partecipanti di URBAN.

URBAN Book Awards. Nicolas St-Pierre for the volume Where Have The Birds Gone?

Dopo qualche anno di affinamento, nel 2018, anno in cui dotART collabora con Denis Curti e Maurizio Galimberti, il Trieste Photo Days assume l’odierna connotazione, ossia quella di contenitore unico che racchiude e mette in mostra sia URBAN che i progetti fotografici lanciati sulla propria piattaforma Exhibit Around. Con la successiva creazione del FRINGE, mostre collaterali in luoghi diversi da quelli espositivi e istituzionali (Fringe in inglese significa frangia, quello che sta intorno, sul bordo, in periferia), e adesso con il Photo Days Tour (il festival fuori Trieste), l’idea che si sta delineando è quella di far crescere l’evento sia a livello interstiziale sia a livello regionale.

La scelta della fotografia urbana è stata determinata da un importante fattore, quello di rendere accessibile la partecipazione a tutti, professionisti e non, con qualsiasi strumentazione (macchina fotografica o smartphone) e tecnica (fotografia digitale o analogica).

Best Author. Joseph Ford “Invisible Jumpers”

Negli ultimi anni all’interno del contest URBAN Photo Awards sono stati creati contenuti e sezioni di altrettanto valore come il Book Award (scelto quest’anno da Francesco Cito), il Miglior Portfolio (scelto quest’anno da Paolo Pellegrin) e il Migliore Autore. Non solo, in quest’ultima edizione del contest con Bruce Gilden come presidente di Giuria di URBAN, uno dei più grandi fotografi a livello mondiale della street photography, è stato fatto un lavoro di portata eccezionale.

Bruce Gilden in collegamento online

Sulla piattaforma del contest è stata creata la sezione “Bruce Gilden Special Prize” dove i partecipanti potevano caricare i propri lavori con l’obiettivo di rientrare tra i fotografi selezionati per la creazione di un libro, il quale, curato ed editato da Gilden stesso, è composto da 18 sue foto iniziali seguite da quelle di altri 13 autori. Le fotografie sono poi state esposte fino al 24 ottobre ai Musei di San Salvatore in Lauro a Roma. Essere selezionati da Bruce Gilden, per accompagnarlo in un suo lavoro, vuol dire essere unici. E fare cose uniche è proprio quello che riesce meglio a dotART.

Parallelamente a URBAN Photo Awards, dotART sviluppa progetti specifici e autoriali sulla propria piattaforma “Exhibit Around” attraverso Call gratuite.

“New buildings” Special Prize. Francesca Pompei “Sharada #4”

La partecipazione ai progetti di dotART è per la maggior parte gratuita e aperta a tutti i fotografi, professionisti e amatori, locali e internazionali. Solo per un paio è richiesto una quota di partecipazione che contribuisce a finanziare la realizzazione delle mostre (nel 2021: 10 sedi istituzionali in città e 8 sedi fuori città con il Photo Days Tour), le pubblicazioni (9 libri solo nel 2021), il Trieste Photo Days e chi lavora a tutti i progetti. Sono pochi gli accessi di questo tipo perché tutt’ora, nonostante gli anni, è nell’animo di dotART continuare a mantenere gratuiti la maggior parte dei progetti e delle attività che vengono svolte.

Bruce Gilden Special Prize. Carlo Traini “Promenade”

All’interno di Exhibit Around viene realizzato un progetto dedicato al presidente della giuria di URBAN con la successiva creazione di un libro e di una mostra. Una volta scelto il fotografo di riferimento, i partecipanti devono inviare opere in linea con la filosofia dell’autore a cui è dedicato. Nel 2019 era Martin Parr a cui è stato dedicato Short Street Stories, l’anno scorso c’era Alex Webb a cui è stato dedicato Chromantic, quest’anno Bruce Gilden a cui è stato dedicato il libro “Real People – A Tribute to Bruce Gilden”.

Dante. Geir Kjærstad “Birth Of Beauty”

Un altro progetto interessante, per il connubio che si crea tra fotografia e scrittura, è quello che riguarda le tematiche che ogni anno vengono scelte dalla Regione FVG che rientra tra i finanziatori del festival.  Quest’anno il tema era chiaramente su Dante. Il progetto internazionale, tradottosi poi in mostra e libro è stato realizzato in collaborazione con il Comune di San Daniele e curato in collaborazione con Angelo Floramo, consulente scientifico della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli e illustre esperto regionale della Divina Commedia. Floramo ha fatto un grandissimo lavoro facendosi totalmente coinvolgere non solo nella parte scritta della presentazione e nella scelta dei versi delle tre cantiche, ma anche nel selezionare quelle foto che avevano delle connessioni inedite, grazie alla sua profonda conoscenza dell’opera del Sommo Poeta. La mostra è stata presentata nella Chiesa di Sant’Antonio e allestita al Museo del Territorio, a San Daniele del Friuli, fino al 30 novembre.

Francesco Cito

Seguendo la linea dei progetti autoriali, dotART ha lanciato sempre quest’anno il progetto Mythography, la collana dedicata alla mitologia, con Francesco Cito in qualità di ospite d’onore del primo volume, uno dei più grandi fotografi italiani di cronaca giornalistica, che ha partecipato con 4 suoi progetti. La curatela ed i testi di Mythography vol. 1 sono stati prodotti dal professore di Letteratura Greca dell’Università di Pisa Enrico Medda e una selezione delle migliori foto sono state esposte a Lignano Sabbiadoro e all’Accademia Scaglia di Trieste che ha ospitato anche le foto di Francesco Cito.

Mithography. Louisa Maria Gouliamaki “Kievs Revolution”

Il valore di una pittura del pensiero ad inchiostro unita a quella della luce è ciò che rende qualitativamente unici questi lavori, i quali sono tutti consultabili alla pagina del sito web di ISSUU. Lavorare con il testo ha portato a stringere collaborazioni con studiosi che con i loro scritti arricchiscono la fotografia con contenuti inimmaginabili.

 

Giorgio Galimberti

“I cinque giorni del festival sono per qualsiasi amante della fotografia una possibilità unica di avvicinarsi ai propri idoli, carpirne i segreti. Il fatto di poter venire a contatto condividendo le emozioni dei grandi della fotografia è un privilegio di cui tutti dovrebbero essere coscienti, appassionati e non” ha concluso Stefano Ambroset.

 

“Trieste Science+Fiction Festival” Special Prize. Harry Giglio “Time Traveller”

Le esposizioni ancora aperte sono: 

Cormons, fino al 12 dicembre
Stazione di Trieste, fino al 15 dicembre
Museo Orientale, Trieste, fino al 9 gennaio
Museo Sartorio, Trieste, fino al 9 gennaio

 

 

[l.f]

 

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