06.12.2021-14.34 – Gli infortuni sul lavoro in Friuli-Venezia Giulia, nel periodo tra gennaio-ottobre 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono aumentati del 15%. Dai dati emersi dai report dell’Inail si è passati da 11.190 a 12.930 denunce. In lieve calo i casi nel settore agricolo, mentre l’industria fa segnare un incremento del 13% e il comparto pubblico del 52%. Più preoccupante è il numero di incidenti mortali: dodici casi nella provincia di Udine contro i sei del 2020; cinque a Pordenone in calo rispetto ai sette dello scorso anno; due a Trieste e Gorizia che nei primi 10 mesi del 2020 avevano registrato entrambe un solo caso.
A sottolineare la situazione è stato il Segretario del CGIL FVG, William Pezzetta, che legge in queste statistiche non solo una ripartenza del dopo pandemia con lo stesso trend forzato del pre-pandemia ma, altresì la deriva di una società che si sta disgregando a causa di un mondo del lavoro sempre più frastagliato, precario e sottopagato. In tal senso il Sindacato si è appellato affinché, di fronte ad un momento di svolta che sarà determinato da una immissione mai vista di denaro con il Pnrr ed un risveglio da parte della UE rispetto alle politiche austere, vi sia anche una forte attenzione sul ruolo e la centralità della persona all’interno del mondo del lavoro.
“Eravamo convinti che in un momento di svolta come questo fosse prioritario prospettare un’impostazione delle politiche del lavoro con una mentalità diversa, che fosse figlia delle esperienze passate. Invece stiamo vedendo una ripresa produttiva che si sta basando su di una accelerazione dei ritmi di produzione molto forte a scapito della precarietà. – Continua Pezzetta rimarcando – Attualmente vi è un elevatissimo numero di contratti precari sotto i 6 mesi, che spesso in termini di sicurezza si traduce in infortuni sul lavoro. Il monito che ho voluto lanciare, di fronte a 21 morti e ad un numero elevato di incidenti sul lavoro rispetto alla media nazionale, è che non possiamo ripartire come prima”.
“Partiamo dall’uomo. Io credo che parte di questo disgregamento al livello di società sia dovuto ad un discorso di precariato in ambito lavorativo. È difficile che le persone possano avere fiducia in un futuro, aver voglia di costruire qualcosa quando gli mancano le fondamenta su cui appoggiarsi. Adesso segneremo quello che sarà il modello della società dei prossimi anni, e dai dati che sto vedendo, non sono ancora confortanti rispetto ad una inversione di tendenza che mi auspico possa accadere. – E aggiunge concludendo – In questo senso lavoreremo, ed in parte stiamo già lavorando, con la Regione per quanto riguarda i livelli contrattuali. Si stanno già facendo alcuni passi rispetto all’incentivazione di alcuni contratti che prevedono stabilizzazioni a tempo indeterminato, questa è la via che bisogna seguire. Concepire il lavoro per recuperare una certa qualità della vita”.
[l.f]