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sabato, 19 Aprile 2025

“Caso” Schilirò e libertà di espressione: sospesa la vicequestore.

12.10.21-11.22 – La goriziana Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore della Polizia di Roma che aveva partecipato alla manifestazione no Green pass a San Giovanni a Roma, è stata sospesa a partire da oggi con notifica arrivata l’11 ottobre. La sua partecipazione alla manifestazione aveva causato scalpore in quanto era salita sul palco con un intervento breve ma intenso. Lì, aveva dato voce, per 12 minuti, al malessere di molti, richiedendo libertà e rispetto della nostra Costituzione. “Non è reato essere contrari al Green pass almeno fino al 15 ottobre” affermò la Schilirò, confermando la sua posizione. Per molti il problema non sussisteva in quanto si è presentata da libera cittadina, altri invece accennavano di probabili ‘provvedimenti disciplinari del Ministero dell’Interno già in atto e addirittura di una sospensione del servizio e della carriera, che è quanto accaduto.

La Schilirò commenta così sui social: “Come cittadina e come sindacalista, chiedo l’immediata punizione dei poliziotti che hanno picchiato i manifestanti senza alcuna provocazione! (…) La violenza è inammissibile da qualsiasi parte provenga. All’inizio, per buona fede, sono stata ingannata, ma poi ho visto alcuni filmati dove si evince un riprovevole comportamento di alcuni poliziotti! È buffo come io sia perseguita e quasi arsa sul rogo per aver manifestato pubblicamente e libera dal servizio il mio pensiero, invece, passa sotto silenzio chi picchia un cittadino. Come mai nessun giornale o televisione mainstream ha trasmesso quelle scene? Viva la libertà!”.

La vicequestore aveva citato precedentemente gli articoli 21 e 17 della Costituzione, ad indicare la libertà di espressione e di persona.

L’articolo 21 della Costituzione afferma che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.(…)”  Importante sottolineare che si parla di ‘tutti’ e non ‘tutti i cittadini’ (come invece la DC -attraverso l’on. Giulio Andreotti- propose di modificare -idea poi rigettata dall’Assemblea, ndr) dando spazio all’essere umano in generale, straniero e non, invece che solo al cittadino parte di uno Stato.

L’articolo 17, invece, afferma che “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica.” Qui, non si parla più di ‘tutti’ ma di cittadini’.

m.p.

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