01.04.2021 – 14.33 – Se fosse un film di Checco Zalone, lui si girerebbe verso di noi e chiederebbe: “ma è del mestiere questo?”.
Se fosse invece uno con Giacomo Poretti, lui direbbe: “ma dai…non sono politici veri…sono presi dalla strada!”.
Ma invece purtroppo ce li teniamo, assieme al nugolo di esperti da task force! Già la pazienza degli italiani era messa a dura prova dai sì e i no del nuovo decreto:
- mutande e profumi sì
- scarpe e giocattoli no
- toelettatura cavalli, scimpanzé, iguana sì
- toelettatura uomo, donna, bambino no
Ora i nostri sonni carcerari sono turbati persino da Antille sì, Capracotta no! Però alle Grandi Antille si può andare solo per lavoro o gravi motivi di salute!
Non so chi abbia messo lo zampino in questa improvviso attacco di esterofilia.
Non vorrei che avessero nominato la mia ex consulente del governo!
In ogni caso, Draghi ha forse capito in che mani si è messo e per questo ha chiesto aiuto all’unico in grado di districare la matassa con un minimo di lungimiranza. Come chi? Me medesimo!quindi sperimentazione sia!
Fallito il tentativo di farci emigrare su Marte, dove c’era sicuramente poca gente in giro, le soluzioni allo studio, per arginare le varianti che spuntano come funghi, sono molteplici! Dall’alto della mia cultura polifunzionale, che mi ha portato a scrivere ben due libri e a saper separare i bianchi dai colorati in lavatrice, sono stato invitato da monsignor Draghi a cercare nuove soluzioni alternative al rosso relativo, coperto da copyright di Tiziano Ferro.
Ho accettato di buon grado, nonostante il parere negativo della piattaforma Rousseau. Mi sono avvalso dell’esperienza maturata nella mia città per consigliare una divisione in fasce a cascata. Una sorta di sistema Ponzi applicato alla pandemia. Il prossimo passo sarebbe stato non più quello di dividere l’Italia, secondo colorazione diversa, su base regionale, ma su base locale, poi rionale, poi condominiale, poi abitativa. Per spiegare meglio il concetto, si partiva dalla suddivisione per comune (ad esempio: Udine rossa, Gorizia arancione, Sgonico gialla e Aurisina ocra…e via dicendo), fino ad arrivare all’appartamento, con ad esempio la cucina zona gialla, il bagno arancione e la camera da letto a luci rosse!
Avevo partorito questa idea dopo aver osservato attentamente che certe regole non scritte già venivano applicate in questo periodo di lockdown.
Ad esempio, avevo notato che domenica il rione di San Giacomo già applicava la zona bianca. Non avevo visto tanto affollamento dal primo maggio del ’78, tanto che per fare la serenata sotto il balcone della mia amica Monica, avevo dovuto arrivarci attraverso un improvvisato trenino di capodanno, dal quale ero sceso al volo. Davanti al banchetto delle palme, di fronte alla chiesa, la fila superava quella per fare le analisi del sangue in via Gallina, ed era solo leggermente inferiore a quella dei candidati alla vaccinazione alla Centrale Idrodinamica in Porto Vecchio.
La piazza e i giardini nelle vicinanze pullulavano di bambini gioiosamente vocianti, di anziani con il bicchierino di caffè in mano, che qualcuno aveva impunemente riempito di Merlot. Questo accadeva domenica, con metà negozi chiusi, nei giorni feriali invece c’erano più persone.
Solo a poche centinaia di metri di distanza, nell’ormai degradata ed abbandonata zona Campi Elisi, la zona rossa era osservata alla lettera o anche di più. D’altronde lo era già da molto prima dell’emergenza pandemica. In giro vedevi ormai già da anni solamente appassionati di jogging o cinofili estremi. E lo sanno bene i malcapitati negozianti che condividono il triste destino di aver colonizzato la zona in tempi passati, quando ancora il sole sorgeva ad est e filtrava tra le mura cementizie del supermercato PAM. Per dare un ulteriore tocco di bordeaux, sono iniziati pure gli scavi Acegas, che hanno imposto ai pochi negozianti aperti e agli abitanti gli arresti domiciliari, visto che le recinzioni sembrano quelle al confine tra Stati Uniti e Messico! In pratica una zona rossa plus. In strada ci siamo solo io e gli operai dall’idioma misterioso.
Il centro invece potrebbe essere invece tranquillamente zona arancione, non tanto per le regole, spesso non comprese nemmeno dal prefetto, quando per lo spirito zen che pervade negozianti e clienti, uniti nell’incertezza sul se pregare o bestemmiare.
La zona gialla sembra sparisca dalla circolazione, o meglio resterà esclusiva per i negozi Yu Mart, che si sono specializzati pure nella vendita di pipistrelli. Sarà bandita per decreto, non più per DPCM, e questo è l’unico cambio di passo che abbiamo notato nella discontinuità del nuovo governo.
Per essere chiari sembra che prossimamente in culo la prendano esclusivamente i ristoratori. Sarà forse la tanto temuta variante brasiliana, a meno che non ne arrivi una ancora peggiore dopo il weekend di Pasqua esotico degli italiani. Il sintomo peggiore di quest’ultima variante ancora sconosciuta sarà il desiderio irrefrenabile di imparare i balli caraibici! Ma questa settimana non ci voglio pensare. Preferisco pensare alle varianti delle uova di cioccolato!
Ieri, tra l’altro, un residente seguito dal CIM mi ha chiesto: “ma se la variante è inglese, perché loro stanno quasi bene e l’Europa è nella merda?”. La risposta è boh! A chi chiedere? Come diceva il titolo di un film di qualche anno fa: “Dio esiste e vive a Bruxelles”! Però forse si è preso una pausa di riflessione, o forse non abbiamo semplicemente persone all’altezza per gestire la situazione. Loro sono più ferrati sullo spread, rispetto al covid!
Per fortuna sembra sbloccarsi almeno la questione vaccini. Quando l’Europa dovrà chiederci la quantità di cui l’Italia avrà bisogno sarà come una specie di confessionale. “quante dosi Figliuolo?”.
Speriamo almeno che le sappia gestire meglio di quanto i suoi colleghi fanno con obici e mortai. Una strage di galline la possiamo malinconicamente accettare, una di umani meno!
Buona Pasqua e grigliatona di Pasquetta a tutti!!!
[M.L]