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Movimento Futura su chiusura scuola in FVG: “Ci appelliamo al buonsenso delle forze politiche per evitare nuovi stop”

07.03.2021 – 08.00 – Il Movimento Futura sottolinea sfavorevolmente e con grande disappunto il tono allarmistico adoperato dal presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, alla vigilia di un’ennesima “non soluzione”, ovverosia la nuova ordinanza di chiusura delle scuole in presenza a favore della didattica a distanza (o meglio, didattica digitale integrata) che coinvolge stavolta anche le medie inferiori. E’ passato ormai un anno e ancora non si intravedono all’orizzonte possibili soluzioni che permettano di convivere con il virus e che non siano solo dei nevrotici annunci di “apri e chiudi” che disorientano e impediscono a chiunque di lavorare e organizzare, nonostante tutto e con consapevolezza, la propria vita.

Lungi da noi – alla luce della curva epidemilogoca – semplificare o sottovalutare il problema. Ma riteniamo però impossibile che la politica, che dovrebbe dare speranza e proporre soluzioni, si faccia invece prendere dal panico e quindi diffonda ulteriore panico. Crediamo che organizzare la scuola in modo che i bambini, i ragazzi e gli adolescenti possano proseguire la loro formazione stando “fisicamente” in classe per non perdere più di quanto non si sia già perso nel precedente e nel corrente anno sia un dovere per tutti gli attori che concorrono a “tenere in piedi” l’imprescindibile mondo dell’istruzione. Perché frequentare la scuola è ancora un diritto, oltre che un obbligo. Oppure qualcuno intende suggerirci che dovremmo iniziare a prendere atto che il diritto all’istruzione, peraltro stampato a chiare lettere nella nostra Costituzione, sia diventato del tutto irrilevante?

Il Movimento Futura propone una soluzione percorribile e sensata. Andare a scuola al 50 % oggi significa che in alcuni giorni della settimana la metà (o il 75%) degli studenti frequenta la scuola e l’altro 50% invece adotta la didattica a distanza/digitale integrata, alternando i giorni tra presenza e Dad/Ddi, ma le classi non vengono mai dimezzate in quanto a numeri: o tutta la classe è a casa o tutta la classe è a scuola. Così facendo permane però il problema del distanziamento tra gli studenti. Per non rischiare di chiudere ancora perché non valutare l’opportunità di “dimezzare” la classe, svolgendo la stessa lezione in contemporanea a studenti presenti e studenti collegati in remoto e con un’alternanza equilibrata per consentire a tutti di usufruire delle lezioni, tra Dad/Ddi e presenza in egual misura? Futura non segue la moda del chiudere, riaprire e richiudere senza pensare alle conseguenze: i danni, anche nella scuola, sono già più che evidenti e ancora non del tutto calcolabili.

Per esempio, gli esercizi pubblici che hanno avuto l’obbligo di valutare la capienza mettendo un numero massimo di persone che contemporanea possono permanere all’interno di negozi e bar, perché le classi no? Il contenitore negozio non è paragonabile forse al contenitore classe?

A questo proposito ci giunge in aiuto l’ordinanza del Tar del Lazio sul D.P.C.M. del 21.1.2021 emessa il 26 febbraio 2021 in seguito a un ricorso contro la chiusura totale delle scuole e la riapertura al 50% presentato da un comitato di cittadini. L’ordinanza, in sintesi, riporta che “…che le scuole non si chiudono. Per farlo occorrono evidenze scientifiche ad oggi non fornite”. Per questo motivo il D.P.C.M. in questione è destinato a perdere efficacia. E noi, in Friuli Venezia Giulia, chiudiamo tutta la scuola un’altra volta? La scuola non appartiene alla politica: è un’istituzione a disposizione della comunità intera. Ecco perché non ci si può più permettere di bloccare il sano apprendimento e l’equilibrato sviluppo psico-emotivo possibile se i giovani frequentano la scuola in presenza, invece che rimanere rinchiusi a fissare per ore e ore un computer.

Il Movimento Futura fa appello a tutte le forze politiche, oltre che al presidente, Fedriga affinché, tutti insieme, si applichi il buonsenso, ora più che mai necessario. Alla politica dei colori, che oggi si arricchisce di ulteriori e minacciose sfumature che di fatto altro non sono che un “lockdown” strisciante incorniciato da mesi da un inverosimile “coprifuoco”, non si può rispondere con il grigiore dettato dall’incapacità di affrontare i problemi e soprattutto non si può più continuare a svilire e sottrarre futuro ai giovani. Così come nemmeno al mondo delle attività produttive, dello spettacolo e della cultura.

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