Il protrarsi dell’emergenza Covid-19 sta mettendo a dura prova l’economia nazionale, ma a soffrire in maniera drammatica sono sicuramente i comprensori montani della nostra regione, da Piancavallo a Tarvisio, passando per la Carnia, che vedono sfumare le residue prospettive di mettere in moto una stagione che in maniera quasi beffarda si è presentata con nevicate talmente copiose, come non si vedeva da decenni.
Ma vi sono realtà, come quella tarvisiana, che poggiano la loro economia soprattutto sul commercio transfrontaliero, che rappresenta un indotto del quasi 80% dell’economia locale.
Si pensi che la sola Tarvisio annovera quasi 700 partite iva, in un contesto di poco più di 4000 abitanti; un’attività commerciale ogni sei abitanti.
Tale anomalia trova risposta nel fatto che, storicamente il capoluogo della Val Canale è strutturato per attrarre un cospicuo bacino di fidelizzati clienti da Austria, Slovenia e Germania, che tradizionalmente vi convergono per dedicarsi allo shopping e alle degustazioni enogastronomiche.
Il lamento per la perdurante situazione negativa da parte degli operatori è stato colto da Stefano D’Incà, già assessore al turismo nei primi anni 2000, che ha deciso di farsi latore presso il governo centrale, in qualità di cittadino e operatore commerciale, di questa enorme difficoltà.
Grazie all’interessamento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mauro Capozzella, si è potuta organizzare una video conferenza con l’onorevole Luca Sut, membro della decima commissione per le attività produttive, turismo e commercio.
L’onorevole Sut, pordenonese, ha dimostrato di ben conoscere la situazione in cui versa la
montagna friulana e ha elencato una serie di misure previsionali che il governo si accinge a varare, per venire incontro alle esigenze di tutte le categorie operanti nel contesto turistico montano e che vanno dagli albergatori, ai commercianti, passando per i maestri di sci.
D’Incà ha fatto presente che le varie colorazioni delle zone, in assenza dei flussi transfrontalieri, non producono effetti sostanziali e che spesso le aperture concesse alle attività economiche si rivelano totalmente improduttive.
Durante la video conferenza si è quindi cercato di fare il punto su quali possano essere i criteri ottimali sui quali parametrare gli aiuti da concedere alle attività della montagna.
Sicuramente l’analisi delle minori entrate su base annua delle imprese, potrebbe costituire un termometro certo da cui partire.
L’onorevole, nel manifestare tutto il suo impegno e disponibilità nell’addivenire a soluzioni
che risollevino la montagna friulana, si è impegnato a condividere gli spunti emersi dalle varie categorie, con la collega vice Ministro del bilancio, tesoro e programmazione Laura Castelli.
D’Incà, nel ringraziare l’onorevole Sut per la disponibilità nell’ascoltare i cittadini, si è detto fiducioso per la realizzazione di un pacchetto ad hoc per la montagna friulana.