19.02.2021-19.41 – Ieri in Consiglio Regionale è stata rifiutata la mozione n. 214 – Revisione della PAC nel segno del Green Deal europeo presentata da Massimo Moretuzzo (Patto) ed il collega Gianpaolo Bidoli. Ad astenersi anche l’opposizione nella figura del consigliere Cristiano Schaurli (PD), ex assessore all’agricoltura del precedente mandato, a causa della mancanza di solide premesse per dare l’assenso a tale richiesta .
Durante la sessione in Aula, la Giunta e l’assessore all’agricoltura Stefano Zannier hanno motivato la non approvazione, argomentando punto per punto i temi sollevati dalla mozione, di cui sotto troviamo la confutazione.
“Si premette che:
– non risulta condivisibile l’affermazione secondo cui “vi sono elementi critici nella proposta della nuova PAC quali, in particolare, nessun taglio ai sussidi per il sistema degli allevamenti intensivi e nessun aumento sostanziale dei finanziamenti per le misure maggiormente sostenibili”. Infatti, il meccanismo della “convergenza interna” che sarà attuato con modalità scelta dallo Stato membro, andrà a penalizzare fortemente proprio gli allevamenti intensivi che normalmente dispongono di titoli di valore molto più elevato del valore medio. Inoltre, occorre considerare che, secondo la nuova “architettura verde” della PAC, i pagamenti diretti sono assoggettati alla c.d. “condizionalità rafforzata” e che una parte considerevole del budget della PAC (almeno il 20-25% del plafond per i pagamenti diretti e almeno il 30-35% del fondo per lo sviluppo rurale) sarà destinata a misure (eco-schemi e misure agro climatico ambientali) direttamente intese a migliorare il rapporto tra pratiche agricole ed ambiente;
– non risulta condivisibile nemmeno l’affermazione secondo cui sussistono “ulteriori criticità legate alla ripartizione dei fondi europei alle aziende agricole, che dovrebbe rimanere legata al numero degli ettari coltivati o alla quantità di capi allevati, danneggiando le piccole e medie imprese che già faticano ad accedere ai finanziamenti, e al fatto che per i canali di finanziamento dedicati alle imprese che diminuiscono il proprio impatto ambientale non si prevede un elenco obbligatorio di criteri ben definiti”. In aggiunta a quanto già detto, infatti, se da un lato è previsto il c.d. “capping” cioè la riduzione dei premi eccedenti i 60.000 euro/azienda ed il loro azzeramento al di sopra dell’importo di 100.000 euro/azienda, dall’altro lato va considerato che secondo il “new delivery model”, gli Stati membri non dovrebbero più essere obbligati a rispettare degli elenchi obbligatori di criteri rigidi validi per tutta la UE ma, invece, saranno tenuti al conseguimento di predefinite performances (indicatori) misurabili, a pena della riduzione dei finanziamenti;
– per quanto riguarda lo sviluppo rurale, anche nella prossima programmazione, rimangono centrali i temi del trasferimento della conoscenza e dell’innovazione con la novità dei nuovi “sistemi di conoscenza e innovazione in campo agricolo” (Agricultural Knowledge and Innovation Systems – AKIS) ed il miglioramento delle performance climatiche e ambientali finalizzate a rafforzare la resilienza e la vitalità dei territori rurali. Rispetto a quest’ultimo tema il programma continuerà a sostenere la diffusione delle tecniche di agricoltura sostenibile, il benessere animale, il sostegno ai metodi di produzione a basso impatto ambientale come pure la gestione attiva, sostenibile e certificata delle foreste. Altro tema coerente con gli obiettivi della strategia “A Farm to Fork”, permane l’opportunità di migliorare la competitività del settore agricolo, agroalimentare e forestale attraverso lo sviluppo di innovazioni di prodotto e di processo finalizzate a migliorare la salubrità, tracciabilità e qualità delle produzioni in coerenza con i principi della bioeconomia e dell’economia circolare;
– la Regione ha già fornito il proprio contributo mediante
a) la partecipazione alle riunioni periodicamente indette dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, nonché attraverso le determinazioni assunte dalla Conferenza delle Regioni e dalla Conferenza Stato Regioni;
b) la costituzione, su iniziativa dell’Assessorato alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna, di un gruppo di lavoro comune con gli assessorati all’agricoltura delle province autonome di Trento e di Bolzano, sui temi generali della PAC, e degli eco-schemi in particolare, per l’interlocuzione con alcuni parlamentari della COMAGRI del Parlamento UE;
Quanto agli impegni specificamente richiesti dalla mozione, al Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione, si ritiene di dover ricordare che:
– la mozione appare tardiva in considerazione del fatto che Parlamento europeo, Consiglio e Commissione UE hanno già definito le rispettive posizioni negoziali, rispetto alle proposte di regolamento concernenti la ridorma della PAC, e il 10 novembre 2020 hanno preso avvio i c.d. “triloghi”, cioè il negoziato tra i tre colegislatori, sulla base delle posizioni interne già definite, che porteranno all’approvazione della riforma;
– la Commissione ha anticipato e recentemente pubblicato, in data 18 dicembre 2020, la Comunicazione COM(2020) 846 final al Parlamento Europeo, al Consiglio, al comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, rivolta ai singoli Stati membri per assisterli nell’elaborazione dei loro piani strategici della politica agricola comune. Questa comunicazione è accompagnata da un documento contenente specifiche raccomandazioni che rientrano nel dialogo avviato tra la Commissione e gli Stati membri al fine di sostenere questi ultimi nella costruzione della PAC, garantendo allo stesso tempo che i loro piani strategici contribuiscano in modo ambizioso al Green Deal europeo. Le raccomandazioni per l’Italia sono contenute nel documento di lavoro SWD(2020) 396 final.
Già nei giorni scorsi, in sede di discussione in Aula per la proposta di “una revisione della Politica agricola comune 2021-2027 nel segno del Green Deal Europeo”, il consigliere della Lega Alberto Budai era intervenuto sollevando le sue preoccupazioni in merito alla situazione delle aziende agricole che “ devono essere messe in grado, non solo di ricevere degli aiuti, ma di avere accesso al reddito, e soprattutto di avere una sicurezza di mercato e di strategia futura. La mozione rischia di essere in ritardo anche perché quello che sta succedendo nei mercati agricoli, in cui i prezzi delle materie prime rischiano di sancire la morte di migliaia di operatori nel settore agricolo, potrebbe costringere i Paesi ad accumulare scorte, per paura di non riuscire a sfamare i propri cittadini. Rischiamo di parlare di una Pac che sostanzialmente immette delle misure inutili in questo momento, alla luce della pandemia che ha sconvolto l’intero sistema. L’azione deve essere ragionata in base a quello che sta avvenendo e su un sistema che è stato sconvolto dal Covid-19, per capire come riusciremo a salvare o meno le nostre aziende agricole e portarle a una dimensione tale da dare un futuro a chi vuole restare in agricoltura”.
[l.f]