29.06.2021 – 08.00 – La fase 2 della sperimentazione del vaccino made in Italy “ReiThera”, il primo in assoluto a venire sviluppato contro il Covid a livello nazionale, si è conclusa con successo, fornendo risultati incoraggianti sul fronte della produzione degli anticorpi.
Il vaccino ReiThera che, nonostante il disinteresse del governo Conte prima e Draghi poi, viene sostenuto con forza dall’Istituto nazionale per le malattie infettive “Spallanzani” di Roma, viene infatti sperimentato anche a Trieste, nell’ospedale di Cattinara.
A partire dall’8 aprile scorso il vaccino è stato iniettato a un gruppo di volontari triestini, tra i quali è figurato anche Riccardo Illy. Trieste è uno dei 36 centri selezionato per l’esperimento col ReiThera; una prova dell’eccellenza scientifica del capoluogo giuliano. Attualmente la fase 2 ha dimostrato un buon livello d’immunizzazione tra i soggetti con effetti collaterali minimi, se non assenti: neanche la metà dei volontari ha registrato qualche reazione dopo l’inoculazione, con qualche linea di febbre e i consueti dolori muscolari. Secondo quanto riportato da Il Piccolo che cita il responsabile Marco Confalonieri, direttore della struttura complessa di Pneumologia, l’efficacia del vaccino potrebbe candidarlo a essere un monodose; ma è ancora troppo presto per conoscere la sua efficacia ed eventuali controindicazioni, senza poi nemmeno considerare il ruolo delle varianti.
Se non si verificheranno ritardi a livello sanitario e/o burocratico, a partire dal prossimo autunno scatterà la fase 3 a cui seguirà, previa approvazione, la distribuzione del vaccino nelle campagne d’immunizzazione di fine 2021.
Rimane invece ignota la questione riguardante il Green Pass e ReiThera: il vaccino italiano verrà o meno inserito tra quelli “accettati”? Chi ha scelto di sottoporsi alla sperimentazione attualmente si ritrova in un limbo; è vaccinato, ma paradossalmente, come con lo Sputnik e il Sinovac, il suo non è uno dei vaccini riconosciuti dall’UE.
[z.s.]