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Raccolta Differenziata in Friuli Venezia-Giulia. La situazione dopo 22 anni di buona pratica

06.05.2021 – 09.00 – L’idea di istituire la buon pratica della raccolta differenziata nel nostro Paese risale alla seconda metà degli anni ‘70 con la direttiva 75/442 del Consiglio delle Comunità Europee in materia di rifiuti redatta nel Luglio 1975 la quale prevedeva l’adozione di maggiori attenzioni nello smaltimento dei rifiuti urbani a tutela della salute umana; poi, nel 1988, la legge 88/475 migliorò la precedente, istituendo la nascita di una serie di consorzi nazionali obbligatori per il riciclo dei rifiuti e dei materiali di scarto imponendo esplicitamente la raccolta differenziata degli stessi. Ma cos’è la raccolta differenziata? Essa è un sistema di raccolta dei rifiuti il quale prevede una prima loro differenziazione in base alla tipologia da parte dei cittadini diversificandola dalla più tradizionale raccolta indifferenziata di un tempo. Lo scopo finale è la separazione dei rifiuti in modo tale da reindirizzare ciascun tipo di rifiuto verso il rispettivo più adatto trattamento di smaltimento o recupero il quale varia dallo stoccaggio in discarica o all’incenerimento/termovalorizzazione per il residuo indifferenziato, al compostaggio per l’organico e al riciclo per il differenziato semplicisticamente detto carta, vetro, metalli, legno e plastica.

In Friuli Venezia-Giulia, la raccolta differenziata è entrata a pieno regime solamente nel 1998, dopo un decennio di rodaggio nel quale la nostra Regione era in grado di riciclare solo un irrisorio 12% del totale dei suoi rifiuti urbani. Nel successivo ventennio, invece, il nostro territorio è riuscito a migliorare di anno in anno questa sua importante lacuna fino a raggiungere l’incoraggiante dato del 65% con una media di aumento pari a 10 punti percentuali ogni tre anni, trend che si è interrotto nel 2013 toccando quota 60%.

Oggi, l’obiettivo minimo annuale del Friuli Venezia-Giulia e fissato al 65%, dato dal quale dopo il 2016 la nostra Regione non è mai scesa ma che, come dichiarato dai vertici dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale nel corso della presentazione del rapporto sui rifiuti per l’anno 2020, è possibile fare di meglio con un margine di miglioramento che potrebbe spingersi fino a raggiungere l’80%.

Nelle analisi svolte da ARPA FVG in questi ventidue anni di osservazione dei dati in merito alla raccolta differenziata, (dal 1998 al 2020), si è notato che le abitudini legate alla produzione di rifiuti urbani della popolazione del nostro territorio non è cambiata poi molto nel corso degli anni. Osservando i numeri, infatti, è possibile notare che la quantità pro capite di rifiuti prodotti e rimasta pressochè la stessa. Si può quindi affermare che i cittadini del Friuli Venezia-Giulia abbiano imparato abbastanza bene a differenziare i rifiuti ma che per raggiungere ulteriori obiettivi sia necessario migliorare il processo di sensibilizzazione e raccolta nei centri urbani più popolosi dove la differenziazione risulta paradossalmente ancora piuttosto bassa. Il 17,2% dei grandi Comuni, infatti, non raggiunge gli obiettivi minimi di raccolta differenziata (50% del totale dei rifiuti prodotti) ma basterebbe che solo uno di loro raggiungesse il 52% per far entrare la Regione nella prestigiosa fascia del 70%.

Il tasso di intercettazione:

Al fine di analizzare questi indicatori, ARPA FVG sta costantemente tenendo sotto controllo il livello regionale del cosiddetto “tasso di intercettazione”, valore indicante la percentuale di riciclaggio dei rispettivi materiali sul nostro territorio. Nel corso del 2019, il rifiuto maggiormente individuato è stato il legno (92.2%), seguito a ruota da vetro (88,9%) e rifiuti organici (79,6%). Bene anche per quanto riguarda la carta (74,8%) e i metalli (55,5%). Sorprendentemente, invece, a fanalino di coda della classifica, troviamo invece la plastica (48,8%).

[g.t]

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