28.06.25 – 08.00 – L’industria siderurgica guarda al futuro e lo fa da una delle sue capitali storiche, Udine. Nella suggestiva cornice della Torre di Santa Maria si è tenuto il convegno “Siderurgia 2050“, evento che ha segnato l’avvio del progetto strategico “Impresa Futuro”, promosso da Confindustria Udine e Università degli Studi di Udine, in collaborazione con l’ecosistema dell’innovazione iNEST.
L’evento ha riunito esponenti del mondo produttivo, accademico e istituzionale per un confronto a tutto campo sulle sfide industriali e tecnologiche dei prossimi decenni. Al centro, la siderurgia: un comparto strategico per il tessuto economico regionale e nazionale, che si trova oggi di fronte a profonde trasformazioni ambientali, tecnologiche e geopolitiche.
Luigino Pozzo, presidente di Confindustria Udine, ha aperto i lavori con una riflessione sulla necessità di rimettere al centro una visione industriale di lungo periodo. “Siamo entrati in una fase di post-globalizzazione”, ha dichiarato, “e ci attende una vera e propria ricostruzione del tessuto produttivo. Non possiamo permetterci di perdere siti strategici come l’ILVA. Le tecnologie oggi disponibili consentono una produzione sostenibile, rispettosa dell’ambiente e dei lavoratori. Ma serve coraggio nelle scelte e senso di responsabilità istituzionale”.
Pozzo ha poi elencato le grandi sfide da affrontare: transizione energetica, formazione delle competenze, sicurezza delle filiere, infrastrutture, demografia e contesto geopolitico. “La cultura del lavoro richiede sacrificio e coesione sociale. Solo facendo sistema potremo garantire un futuro solido alle nuove generazioni”.
Il rettore dell’Università di Udine, Roberto Pinton, ha sottolineato il valore della sinergia tra ateneo e mondo produttivo: “Futuro e impresa sono due temi centrali per la nostra missione. La collaborazione con Confindustria Udine rafforza la nostra capacità di incidere concretamente sull’evoluzione del territorio”. Un legame, quello tra impresa e sapere, che si è già concretizzato nel progetto iNEST, finanziato con fondi del Pnrr.
Dino Feragotto, coordinatore della Commissione Innovazione di Confindustria Udine, ha ricordato le origini del progetto e il contributo visionario dell’ingegner Gianpietro Benedetti, sottolineando l’importanza di investire in conoscenza per costruire una manifattura sostenibile e attrattiva per i giovani.
Il convegno ha ospitato anche la presentazione del report “Siderurgia 2050”, curato da un gruppo multidisciplinare coordinato da Angelo Montanari (iNEST), che ha offerto una lettura ampia e articolata delle dinamiche future del settore. Tra i temi emersi: il ruolo crescente dei forni elettrici e dell’idrogeno nella riduzione dell’impatto ambientale, la trasformazione digitale delle fabbriche, il ritorno del nucleare nel mix energetico e le ripercussioni delle tensioni geopolitiche sulle filiere globali.
L’allestimento multimediale del Digital Storytelling Lab dell’Università ha permesso di sintetizzare sei mesi di confronto tra mondo accademico e imprenditoriale, rendendo accessibile anche a un pubblico più ampio i contenuti del progetto. Mariapia Comand, responsabile del laboratorio, ha sottolineato l’importanza della narrazione multimediale per divulgare e far comprendere la complessità dell’innovazione industriale.
La tavola rotonda finale, moderata da Paolo Mosanghini, ha dato voce ai protagonisti del settore. Antonio Gozzi (Federacciai) ha lanciato un monito sull’eccessiva onerosità delle normative ambientali europee, ribadendo la necessità di riportare il nucleare tra le opzioni strategiche per l’energia. Giacomo Mareschi Danieli (Danieli & C.) ha invocato una collaborazione più efficace tra industria, accademia e istituzioni, puntando su centri di competenza e partenariati pubblico-privati. Franco Bonollo (Università di Padova e consorzio iNEST) ha concluso ricordando che sostenibilità e digitalizzazione vanno affrontate insieme, con un approccio interdisciplinare e sistemico.
“Impresa Futuro” non si limita ad organizzare convegni, ma costituisce un laboratorio permanente, ospitato nella Torre di Santa Maria, dove si costruisce una nuova alleanza tra impresa, ricerca e formazione.