Udine – La crisi d’impresa non è una condanna, ma può diventare un’opportunità di rilancio, se affrontata per tempo e con gli strumenti giusti. È questo il messaggio forte e chiaro emerso dalla tavola rotonda “Oltre la crisi. Dialogo aperto sulla composizione negoziata”, organizzata dalla Camera di Commercio di Pordenone-Udine nella Sala Valduga.
Un confronto concreto tra tutti gli attori coinvolti nella gestione delle crisi aziendali – giudici, creditori, esperti, imprenditori – per fare il punto su uno strumento ancora giovane ma già ritenuto essenziale: la composizione negoziata della crisi, procedura introdotta nel 2021 che consente alle imprese in difficoltà di trattare con i creditori prima di arrivare all’insolvenza, evitando così il fallimento.
Dati incoraggianti, ma c’è ancora strada da fare
I numeri parlano chiaro. A livello nazionale sono 2.765 le istanze avviate, con un incremento del 49% nell’ultimo semestre e un tasso di successo in crescita (22,5%), come ha sottolineato Sandro Pettinato, vicesegretario generale di Unioncamere. Solo nel territorio di competenza della Camera di Commercio Pn-Ud sono state 39 le procedure attivate: in testa le società a responsabilità limitata (18), seguite da Sas (9) e Spa (8). I settori più coinvolti? Manifatturiero, commercio e servizi, con 13 istanze ciascuno.
Tra le 17 procedure già concluse, sei hanno portato a risultati positivi, con accordi e continuità aziendale. Le restanti sono state chiuse per esito negativo, archiviate o dichiarate improcedibili.
Le piccole imprese restano indietro
Se le grandi aziende sembrano rispondere meglio, le micro e piccole imprese – che rappresentano la maggioranza in Italia – faticano ancora ad accedere con efficacia alla composizione negoziata. “Funziona meglio per realtà strutturate con oltre 200 dipendenti”, ha evidenziato Massimiliano Ciarrocchi di Confindustria Alto Adriatico. Le piccole, invece, spesso non hanno assetti organizzativi adeguati o temono danni alla reputazione.
“Serve un cambio di mentalità”, ha ribadito anche Massimo Zappalà, docente all’Università di Padova, ricordando che la norma richiede oggi una gestione più consapevole e preventiva della crisi.
Il ruolo cruciale dell’esperto
Figura centrale del percorso è l’esperto indipendente, che accompagna l’azienda nella costruzione di un piano credibile di risanamento. “Non è un semplice supervisore, ma il garante dell’intero processo”, ha spiegato Alberto Cimolai, commercialista e negoziatore con esperienza sul campo.
La selezione dell’esperto giusto può fare la differenza. “Gli Ordini professionali hanno una grande responsabilità nel fornire competenze adeguate”, ha affermato Micaela Sette, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Udine e consigliera della Cciaa Pn-Ud, che ha aperto i lavori.
Creditori e fisco: la collaborazione è possibile
Non meno importante è la posizione dei creditori. Marco Stagni (Credifriuli) ha raccontato l’approccio del mondo bancario, mentre Dorotea Polizio dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato le condizioni necessarie per costruire fiducia e collaborazione: “Trasparenza e volontà reale di risanamento”.
Un cambio di passo culturale, insomma, che riguarda anche le istituzioni. L’avvocato Luca Filipponi ha ricordato l’impatto della riforma del Codice della crisi del 2024, che ha modificato il ruolo delle banche e dei creditori nel processo di composizione.
Conclusione: uscire dalla crisi si può
Il messaggio finale è positivo ma realistico: la composizione negoziata funziona, ma serve agire per tempo, con strumenti, competenze e una nuova mentalità. “Occasioni come questa dimostrano che uscire dalla crisi è possibile”, ha concluso Sette. “Ma bisogna essere pronti a parlarne prima che sia troppo tardi”.