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giovedì, 29 Maggio 2025

Caso Regeni, il processo va avanti: ascoltato Claudio Descalzi, resta alta la tensione con l’Egitto

27.05.25 – 16.00 – Prosegue a Roma il processo per l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso al Cairo nel 2016. Nell’udienza del 27 maggio 2025, davanti alla Prima Corte d’Assise, è stato ascoltato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, che ha definito l’uccisione di Regeni un crimine «atroce e senza ragioni», sottolineando il contesto delicato in cui si inserisce: un intreccio di interessi economici, rapporti diplomatici e ambiguità politiche nei rapporti con l’Egitto.

La testimonianza di Descalzi ha ribadito quanto l’omicidio continui a sollevare interrogativi ancora senza risposta. Il top manager ha richiamato l’attenzione sullo scenario complesso in cui la tragedia si è consumata, confermando l’inquietudine diffusa attorno a un caso che resta emblematico anche per i riflessi internazionali.

Il processo, avviato il 20 febbraio 2024, vede imputati in contumacia quattro agenti dei servizi segreti egiziani, accusati di sequestro di persona, lesioni gravissime e omicidio. I quattro risultano tuttora irreperibili e l’Egitto continua a rifiutare la collaborazione con la magistratura italiana, impedendo la notifica degli atti e l’identificazione formale degli imputati in aula.

Nonostante questi ostacoli, la giustizia italiana è riuscita ad avviare comunque il processo grazie a una decisione della Corte Costituzionale, che ha autorizzato l’azione penale anche in assenza degli accusati, ritenendo prevalente l’interesse a non interrompere il corso della giustizia.

Nel frattempo, la società civile continua a svolgere un ruolo centrale. La campagna #veritàpergiulioregeni e la cosiddetta “scorta mediatica”, promossa da Amnesty International e da molte realtà dell’informazione e del mondo accademico, mantengono viva l’attenzione sul caso e sostengono i familiari di Giulio nella loro lunga battaglia per ottenere giustizia.

Dal punto di vista diplomatico, il caso Regeni continua a pesare nei rapporti tra Italia ed Egitto. Mentre da parte italiana si ribadiscono richieste di verità e collaborazione, il governo egiziano mantiene un atteggiamento di chiusura e nega ogni responsabilità, ostacolando le indagini sin dalle prime fasi.

Il processo a Roma va avanti tra difficoltà evidenti, ma rappresenta oggi l’unico spazio possibile di accertamento giudiziario.

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