19.05.25 – 09.00 – Crisi politica nella Giunta guidata da Massimiliano Fedriga. Venerdì scorso gli assessori della Lega hanno formalmente rimesso le deleghe nelle mani del presidente, seguiti poi dai colleghi della Lista Fedriga Presidente e di Forza Italia. Un gesto che, pur mantenendo la fiducia nella guida del presidente, certifica la rottura interna alla maggioranza di centrodestra che governa la Regione dal 2023.
All’origine della crisi c’è un tema sanitario, ma sullo sfondo pesano anche questioni politiche di più ampio respiro, a partire dal nodo del terzo mandato per i presidenti di Regione. La scintilla è scattata dopo le dichiarazioni del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (Fratelli d’Italia), che in un’intervista al Gazzettino ha criticato apertamente i ritardi nell’attivazione del nuovo ospedale di Pordenone, struttura inaugurata a dicembre ma non ancora completamente operativa.
Secondo Ciriani, le responsabilità ricadrebbero sulla direzione dell’Azienda sanitaria pordenonese, guidata da Giuseppe Tonutti, nominato proprio dalla giunta Fedriga. Il ministro ha parlato di «inefficienze» e di un’organizzazione che starebbe penalizzando il territorio. Parole considerate dalla Lega un attacco diretto e ingiustificato, tanto da spingere i suoi esponenti ad alzare il livello dello scontro. Il segretario regionale del Carroccio, Marco Dreosto, ha parlato apertamente di “crisi aperta”, pur confermando la fiducia nel presidente Fedriga, cui è stato lasciato il compito di guidare la fase di valutazione.
Anche gli assessori delle altre componenti della maggioranza hanno seguito la stessa linea: dimissioni formali e pieno mandato al presidente. Un gesto che segnala la gravità del momento ma, al tempo stesso, mira a non compromettere definitivamente la tenuta dell’esecutivo.
Massimiliano Fedriga ha scelto di mantenere una linea di equilibrio, respingendo le dinamiche di scontro. «Quando la politica entra in logiche di potere, fa danno ai cittadini. Io voglio continuare a lavorare per dare risposte concrete», ha dichiarato intervenendo al Link Media Festival di Trieste. E ancora, parlando con i giornalisti a Venezia in occasione del Festival delle Regioni, ha precisato: «Mi allontano da quei giochi politici che non mi appartengono. Ho un mandato popolare e voglio continuare a onorarlo».
Il presidente ha confermato che nei prossimi giorni incontrerà la segretaria nazionale di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il faccia a faccia, previsto a margine della Conferenza delle Regioni in programma a Venezia, sarà con tutta probabilità decisivo per chiarire gli equilibri interni alla coalizione.
La vicenda dell’ospedale di Pordenone, pur rappresentando il punto di frizione più evidente, sembra essere solo l’innesco di una tensione politica maturata da tempo. Sul tavolo c’è anche la discussione sulla possibilità di un terzo mandato per i governatori regionali. La Lega è favorevole alla modifica normativa che lo renderebbe possibile, mentre Fratelli d’Italia si è mostrata più fredda, ritenendo inopportuno cambiare le regole a ridosso delle scadenze elettorali.
Fedriga non ha nascosto il suo pensiero sul tema. «Penso sia sbagliato affrontare la questione solo sulla base di casi personali. Il tema è come rappresentare al meglio la volontà dei cittadini. Se impediamo loro di scegliere liberamente, rischiamo di fare un danno alla democrazia», ha dichiarato.
Per il momento, il presidente non ha assunto decisioni definitive sulla composizione della giunta o sulla possibile redistribuzione delle deleghe. «Ci sarà tempo per fare le dovute valutazioni», ha detto, lasciando intendere che ogni scelta sarà rimandata a dopo i prossimi incontri politici.
La situazione resta dunque fluida. Nonostante la crisi sia esplosa, i toni rimangono istituzionali e tutti i protagonisti sembrano voler evitare uno strappo irreparabile. Il nodo politico resta però complesso. La coalizione di centrodestra, che ha vinto le elezioni regionali con un ampio margine e ha governato con relativa stabilità negli ultimi due anni, si trova ora a fare i conti con una frattura tra i suoi due pilastri principali: Lega e Fratelli d’Italia.
Il futuro della giunta dipenderà molto dalle prossime ore, a partire dal confronto atteso tra Fedriga e Giorgia Meloni. Il presidente del Friuli Venezia Giulia si è finora mostrato determinato a evitare derive politiciste e a mantenere il profilo amministrativo della sua azione. Ma le dinamiche interne alla maggioranza e le divergenze strategiche sul lungo periodo potrebbero mettere alla prova anche una delle leadership regionali più solide e apprezzate degli ultimi anni.
In attesa di sviluppi, la Regione si trova in una fase di sospensione. Tutti i principali dossier – sanità, enti locali, bilancio – restano sul tavolo, ma la gestione ordinaria potrebbe subire rallentamenti finché non si chiarirà l’assetto politico. La domanda che resta aperta è se la crisi in corso sia solo una battuta d’arresto temporanea o l’inizio di un riposizionamento più profondo all’interno del centrodestra regionale.