14.05.25 – 10.00 – Il 31,5% degli imprenditori del Nord Est teme per la sicurezza della propria attività a causa della criminalità. Furti, rapine, atti vandalici e aggressioni sono percepiti come minacce concrete da chi opera nel terziario, secondo quanto emerge dalla dodicesima edizione della Giornata “Legalità, ci piace”, promossa da Confcommercio per sensibilizzare istituzioni, cittadini e imprese sull’impatto dell’illegalità sull’economia reale.
Nel 2024, secondo le stime dell’Ufficio studi di Confcommercio, l’illegalità è costata complessivamente 39,2 miliardi di euro alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi, con 276 mila posti di lavoro regolari a rischio. I danni economici maggiori derivano dall’abusivismo commerciale e nella ristorazione, dalla contraffazione, dal taccheggio, dalla criminalità informatica e dai costi indiretti legati a ferimenti, assicurazioni e spese difensive.
“Legalità, ci piace” è un’iniziativa nazionale che coinvolge tutto il sistema confederale, con l’obiettivo di promuovere il rispetto delle regole come condizione essenziale per lo sviluppo. «Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio e corruzione compromettono la concorrenza e la fiducia degli operatori», affermano congiuntamente Gianluca Madriz, presidente di Confcommercio Friuli Venezia Giulia, Fabio Pillon (Pordenone), Antonio Paoletti (Trieste) e Giovanni Da Pozzo (Udine). «Per questo puntiamo a due obiettivi strategici: prevenire e contrastare i fenomeni criminali che ostacolano la competitività delle imprese, e diffondere una cultura della legalità che rafforzi il tessuto economico e sociale».
Nel Nord Est, la percezione di insicurezza risulta in crescita: il 31,1% delle imprese ritiene peggiorata la situazione rispetto all’anno precedente. I furti rappresentano il reato più temuto, con una quota del 38,3%, dato superiore alla media nazionale del 33,2%. Seguono le preoccupazioni legate alla diffusione delle baby gang, segnalate dal 26,2% degli intervistati, e alla cosiddetta “mala movida”, che preoccupa il 35,2% degli imprenditori, soprattutto per atti di vandalismo e degrado urbano.
Anche usura e racket destano forte inquietudine: il 29,7% degli imprenditori si dice molto preoccupato per questi fenomeni, e il 66,1% ritiene che in questi casi sia necessario denunciare, percentuale più alta rispetto alla media nazionale.
Infine, il 59,2% delle imprese si sente danneggiato da abusivismo e contraffazione. La risposta più diffusa resta l’investimento in sistemi di protezione: oltre l’80% ha adottato misure come videosorveglianza e allarmi antifurto, nella speranza di tutelare almeno in parte la propria attività da una minaccia percepita come sempre più concreta.