21.03.2025 – 10.00 – In un contesto internazionale ancora segnato da guerre e dagli effetti della pandemia, Udine continua a vivere una progressiva riduzione delle attività commerciali, con un calo significativo delle insegne, soprattutto nel centro storico. Secondo il rapporto dell’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane di Confcommercio nazionale, basato su dati del Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne, tra il 2012 e il 2024 il numero delle imprese nel commercio al dettaglio è diminuito del 22% nel centro storico e del 14% nelle zone periferiche. Nel dettaglio, il cuore della città ha visto una riduzione da 564 a 436 attività, mentre nelle aree non centrali il numero è sceso da 403 a 346. In controtendenza, si registra invece una crescita nel settore alberghiero e della ristorazione, con un leggero aumento delle attività nel centro cittadino e un incremento più marcato nelle zone periferiche.
Se si analizza il periodo compreso tra il 2019 e il 2023, gli anni segnati dalla pandemia e dalla successiva ripresa, il trend negativo nel commercio al dettaglio risulta ancora più evidente. In soli quattro anni, nel centro storico sono scomparse 62 attività, mentre nelle zone più periferiche il calo è stato di 9 unità. Anche il settore della ristorazione e dell’ospitalità ha risentito di questa fase complessa, con una riduzione di 13 insegne nel centro cittadino e di 9 nelle periferie. La desertificazione commerciale si manifesta in modo sempre più evidente, con il progressivo svuotamento di alcune aree della città e la chiusura di negozi storici che un tempo rappresentavano il fulcro della vita economica locale.
Secondo Giovanni Da Pozzo, vicepresidente nazionale di Confcommercio e presidente provinciale di Udine, il settore terziario, che resta il principale motore dell’economia cittadina con oltre 11.500 lavoratori impiegati tra commercio e ospitalità, è in difficoltà a causa della mancanza di una pianificazione urbanistica adeguata. A questo si aggiunge il cambiamento delle abitudini di consumo, sempre più orientate verso il commercio elettronico, e il peso crescente della burocrazia e della fiscalità, sia a livello nazionale che locale. Le difficoltà del commercio non riguardano solo Udine, ma si inseriscono in un quadro nazionale più ampio, come dimostra il progetto Cities promosso da Confcommercio. L’iniziativa punta a migliorare i centri urbani e a rilanciare l’economia locale attraverso strategie mirate, come la rigenerazione dello spazio pubblico, la promozione di politiche di mobilità sostenibile, la gestione condivisa delle città e l’utilizzo delle nuove tecnologie per sostenere il commercio di prossimità.
Anche il presidente di Confcommercio Udine, Giuseppe Pavan, sottolinea come la situazione sia critica, con la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie che incide negativamente sui consumi. Confcommercio sta lavorando su più fronti affinché vengano create le condizioni migliori per fare impresa, sostenendo le iniziative dei Distretti del commercio e la riforma regionale in fase di studio. L’auspicio è che l’amministrazione comunale comprenda e supporti gli sforzi delle aziende che, nonostante le difficoltà, continuano a investire e a operare sia nel centro che nelle aree periferiche della città.