12.03.2025 – 08:00 – In Italia si รจ ricominciato a parlare di energia nucleare come di una seria alternativa per integrare il mix delle fonti e assicurare cosรฌ sia la sicurezza energetica necessaria al Paese, sia lโindipendenza strategica. Un proposito cui ha dato concretezza il Governo Meloni che ha da poco licenziato un nuovo DDL delega che intende avviare un piano di ripresa che favorisca gliย investimenti e semplifichi i processi autorizzativi. Il DDL riprende e corregge una bozza precedente, rispetto alla quale si accorciano i tempi necessari allโapprovazione dei decreti legislativi da 24 a 12 mesi. Una novitร che, se rispettata, velocizza i tempi verso la definizione del nuovo quadro normativo in materia.
La stessa Premier nei giorni scorsi ha detto che lโItalia รจ pronta per investire in โpiccoli reattoriโ, una posizione ribadita dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia, Gilberto Pichetto Fratin. I piccoli reattori (SMR small modular reactor) sono una soluzione promettente che consentirebbe di produrre energia con impianti di dimensioni ridotte rispetto a una canonica centrale nucleare, utili soprattutto per soddisfare il fabbisogno di piccoli centri o impianti industriali. Una risorsa strategica anche per i poli industriali ad alta intensitร energetica della regione FVG. Ne รจ un esempio lโaccordo tra newcleo e Danieli per esplorare lโuso del nucleare nel settore siderurgico, con lโobiettivo di produrre acciaio verde a prezzi competitivi, confermato dallโamministratore delegato Stefano Buono.
Lโapertura a un ritorno alla tecnologia nucleare รจ arrivata anche dagli industriali regionali, confermata dal presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo, durante il convegno dal titolo โEnergia nucleare sostenibile: dialogo con lโindustria italiana โ Opportunitร , innovazione e sviluppoโ, promosso dagli Industriali friulani e newcleo. โIl nucleare – ha detto Pozzo – non รจ un tabรน, ma una leva per il progresso. Investire in questa direzione significa investire nel futuro delle nostre imprese, dei nostri lavoratori, del nostro Paese. Questo periodo ci impone parecchie scelte coraggiose, dobbiamo avere la forza e la determinazione di farle. Il tempo delle esitazioni รจ finito. Adesso dobbiamo agireโ.
Le discussioni hanno analizzato gli impatti di un eventuale ritorno allโenergia nucleare sia dal punto di vista economico, sia ambientale, in particolare in unโottica di decarbonizzazione.ย Quella dellโenergia รจ, secondo Pozzo, una sfida epocale che richiede lโelaborazione di nuove strategie di medio lungo periodo che portino a una differenziazione delle fonti, accostando alle rinnovabili delle alternative credibili: “La dipendenza dalle fonti energetiche fossili importate, i costi elevati dellโenergia e lโinstabilitร dei mercati globali stanno mettendo sotto pressione le nostre imprese, grandi e piccole. Determinando, tra lโaltro, un pesante gap di competitivitร per noi rispetto agli altri Paesi: il costo dellโelettricitร in Italia, comparando le medie di febbraio, รจ infatti superiore del 17% a quello della Germania, del 23% a quello della Francia, del 39% a quello della Spagna e, addirittura, del 151% rispetto a quello dei Paesi scandinavi. Un divario insostenibileโ.
Gli fa eco Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, che sottolinea tuttavia il grande problema dellโenergia nucleare in Italia: il consenso popolare. โSe vogliamo davvero creare delle mini-centrali nucleari nelle nostre zone industriali, queste risentiranno della stessa difficoltร di meccanismo di consenso popolare. Per questo motivo dobbiamo sottrarre la questione energetica, che รจ strategica, dalla possibilitร referendaria. Ed ancora, dobbiamo sottrarla pure alla valutazione degli enti locali, che risentono di stress di consenso. Le localizzazioni degli investimenti energetici vanno invece considerate alla stregua di aree militariโ.ย ย
Il viceministro dellโAmbiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha parlato di nucleare come di โuna risorsa fondamentale per la decarbonizzazione e per garantire un sistema energetico stabile e sostenibile che si pone come soluzione intermedia tra le fonti fossili, continue ma inquinanti, e le rinnovabili, pulite ma intermittentiโ. Anche Giorgio Graditi, direttore generale di ENEA, รจ tornato sullโimportanza dellโenergia nucleare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e per ridurre i costi dellโenergia, le emissioni di gas climalteranti e, allo stesso tempo, rilanciare lo sviluppo industriale: โIn ENEA siamo impegnati su questo fronte da diversi decenni anche con collaborazioni internazionali pubbliche e private di alto livello. Confindustria ha avviato con lโENEA un lavoro di ricognizione sul tema, per fare il punto sul ruolo dellโenergia da fissione ad uso del sistema industriale, cosรฌ da valutare anche il suo impatto sulla domanda di energia del tessuto produttivo nazionale, anche con riferimento ai potenziali costiโ.