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sabato, 19 Aprile 2025

Nuove scoperte negli scavi annunciate da Fondazione Aquileia e Università di Udine

03.12.2024 – L’Università di Udine è in prima linea nella campagna di scavi presso le Grandi Terme di Aquileia che ha portato alla luce novità importanti che si rivelano fondamentali per comprendere l’evoluzione del territorio aquileiese in epoca romana e tardo romana. Le recenti scoperte effettuate dai ricercatori dell’ateneo udinese gettano nuova luce sulla cronologia e la funzione di uno dei più grandi complessi termali dell’Impero Romano.

Tra i ritrovamenti spiccano strutture monumentali e frammenti scultorei che confermano l’importanza strategica e culturale di Aquileia durante il periodo della Tetrarchia. L’iniziativa è il frutto di una collaborazione tra Università di Udine, Soprintendenza e Fondazione Aquileia, che sta consentendo di riscrivere la storia della città.

Gli scavi, guidati dal professor Matteo Cadario, hanno permesso di identificare un’abside monumentale di circa 30 metri, parte del frigidarium, l’ambiente dedicato ai bagni freddi. Questo elemento architettonico, rivestito di lastre di marmo e calcare, testimonia la magnificenza delle terme e la loro costruzione secondo i modelli architettonici più avanzati dell’epoca. Le fondazioni dell’abside, larghe oltre 5 metri, indicano che la struttura sosteneva un imponente edificio multipiano, decorato con nicchie per statue e visibile da tutta la città.

Secondo Cadario “le scoperte non solo arricchiscono la nostra conoscenza della pianta del complesso, ma lo collocano nel contesto dell’architettura tetrarchica, in linea con le Terme Erculee di Milano e le Kaiserthermen di Trier”. Questa retrodatazione conferma che i lavori iniziarono sotto gli imperatori Massimiano e Diocleziano, intorno al 300 d.C., anticipando di un decennio le stime precedenti.

Un altro contributo di spicco dell’Università di Udine è legato al ritrovamento di numerosi frammenti scultorei, molti dei quali destinati a decorare il frigidarium. Tra questi si distinguono due statue maschili in toga, una delle quali colossale, e una statua a grandezza naturale raffigurante un imperatore o un alto dignitario. Vi sono inoltre frammenti di divinità come Esculapio e Giove, oltre a colonne colossali in marmo africano.

Le decorazioni confermano che le terme non erano solo un luogo di benessere, ma veri e propri musei che esaltavano la grandezza imperiale. Il frigidarium emerge come l’epicentro simbolico delle terme, un ambiente sontuoso che combinava ristoro e celebrazione del potere.

L’impegno dell’Università di Udine è stato determinante anche nell’analisi radiocarbonica, che ha consentito di retrodatare la costruzione delle terme. Grazie a queste tecniche, è emerso che i lavori iniziarono durante la tetrarchia, quando Aquileia fu elevata a residenza imperiale. Marina Rubinich osserva che questo cambiamento cronologico colloca le terme nel contesto della riorganizzazione dell’Impero, attribuendo a Costantino il compito di completarle dopo il 312 d.C.

Gli scavi hanno inoltre rivelato la grandezza dell’intero complesso: il corpo centrale copriva circa 10.000 metri quadrati, con un asse centrale di oltre 90 metri. I pavimenti in marmi colorati e i mosaici, oggi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, testimoniano la raffinata maestria degli artigiani greco-orientali che lavorarono al sito.

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