15.11.2024 – 16.46 – Si è svolta nella mattinata del 15 novembre a Udine una protesta studentesca, con circa 300 giovani – secondo le stime degli organizzatori – scesi in piazza per denunciare carenze strutturali e rivendicare una scuola più equa e inclusiva. L’iniziativa, organizzata dall’Unione degli studenti del Friuli Venezia Giulia (Uds Fvg) con il supporto di altre associazioni e realtà politiche di sinistra, ha visto la partecipazione di studenti delle scuole superiori e delle università. Le critiche non si sono limitate alle politiche locali e nazionali sull’istruzione, ma hanno abbracciato anche questioni internazionali, come il conflitto in Palestina.
Con slogan e striscioni, i manifestanti hanno dato voce alla loro frustrazione verso un sistema che, a loro dire, ignora le reali esigenze degli studenti. “Siamo stanchi di promesse vuote e silenzi assordanti”, recita il comunicato ufficiale diffuso dagli organizzatori. “Questa non è una semplice manifestazione: è l’inizio di un movimento che non si fermerà finché non avremo ciò che ci meritiamo. La scuola è nostra, e siamo pronti a farci sentire!”
La protesta ha toccato temi centrali per la comunità studentesca. Primo fra tutti, il benessere psicologico: gli studenti denunciano una situazione insostenibile, chiedendo la presenza di psicologi in ogni istituto e sportelli di ascolto sempre disponibili. “La nostra salute mentale è al limite”, hanno sottolineato, “e non possiamo più accettare che la scuola ignori il problema”. A queste richieste si affianca la necessità di un investimento serio sull’edilizia scolastica e sui trasporti pubblici. “Le scuole cadono a pezzi, i mezzi di trasporto sono un incubo”, hanno dichiarato, chiedendo aule sicure e moderne, oltre a trasporti puntuali e capienti.
Un’altra rivendicazione chiave è quella della rappresentanza studentesca. Gli studenti chiedono di essere ascoltati, sottolineando come la scuola, senza di loro, non possa esistere. “La nostra voce è ignorata da troppo tempo”, hanno detto, esigendo rispetto, ascolto e una partecipazione reale alle decisioni che riguardano il loro presente e futuro.
La manifestazione si è conclusa pacificamente, ma il messaggio degli studenti è chiaro: la mobilitazione non si fermerà. “Questa piazza è solo l’inizio”, hanno promesso. “La scuola deve supportare, non distruggere”.