24.04.2021 – 09.00 – Il Governo Draghi ha previsto un “Fondo complementare” da 30 miliardi nel quale far rientrare i progetti infrastrutturali finanziati direttamente dall’Italia che non potranno essere terminati entro il 2026, come invece previsto dal Recovery Plan. Come osservano i giornali specializzati e Il Piccolo occorre rilevare come compaiano anche i 2,8 miliardi stanziati per i porti italiani dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. E tra questi la parte da leone veniva svolta dai 400 milioni destinati a Trieste. Si tratta, alla fin fine, di un ri allocamento dei fondi e di un’estensione delle tempistiche; eppure comporterà che la conferma o meno dei milioni destinati allo scalo giuliano giungerà solo a seguito dell’istituzione ufficiale del Fondo complementare. In questo modo – involontariamente o meno – il governo ritarda l’arrivo dei fondi per Trieste; e in seconda misura estende le scadenze per la realizzazione dei progetti portuali. In quest’ultimo caso ciò potrebbe rappresentare un vantaggio, ma potenzialmente anche un difetto, nella misura in cui potrebbe ritardare i lavori in programma, rappresentare quel genere di “scuse” familiari a chi segue il logorroico dipanarsi dei progetti infrastrutturali italiani.
[z.s]