14.02.2023 – 08.30 – “Soluzione di ingegno individuata in un momento quanto mai difficile sul fronte delle risorse umane nel settore sanitario, non solamente in Friuli Venezia Giulia ma anche nel resto dell’Italia, quella del Punto di primo intervento di Cividale del Friuli. Un’iniziativa che vede la piena sinergia tra azienda sanitaria e realtà privata, adottata per dare risposte di salute in un quadro complessivo di profonda mutazione, che vede la Regione fortemente impegnata sugli investimenti e sulla programmazione in ambito sanitario sul medio e lungo periodo”.
Sono le parole del vicegovernatore e assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, intervenuto ieri mattina alla riapertura del Punto di primo intervento (Ppi) di Cividale del Friuli. Alla visita agli ambulatori ha preso parte anche il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, Denis Caporale.
“La cooperativa di Portogruaro che da oggi curerà gli accessi al Ppi è di comprovata esperienza – ha aggiunto Riccardi -. In seno al presidio di salute della Città Ducale opereranno, su turni di 12 ore, con presenza costante, un infermiere e un medico. Su indicazione della Struttura operativa regionale emergenza sanitaria, i casi di emergenza-urgenza sanitaria più gravi, ad esempio i pazienti in codice rosso provenienti con le ambulanze dalle Valli del Natisone, potranno beneficiare della presenza di un medico per una prima stabilizzazione al Ppi di Cividale del Friuli”.
Nel ringraziare tutti coloro che hanno contribuito all’apertura di questa struttura, chiusa nel marzo del 2020 a causa della pandemia, Riccardi ha ricordato che “somma a un miliardo di euro la programmazione regionale degli investimenti in sanità negli ultimi 5 anni, contro i 212 milioni di euro della legislatura precedente: cinque volte di più. Straordinari pure gli investimenti nella sanità territoriale – ha aggiunto il vicegovernatore – per circa 220 milioni di euro, oltre 10 volte di più della precedente legislatura”.
Sempre nella giornata di ieri il vicegovernatore ha assitito anche alla riapertura del Punto di primo intervento, all’interno del presidio per la salute di Gemona del Friuli, accompagnato nella visita agli ambulatori dal primo cittadino Roberto Revelant, da numerosi sindaci del territorio e dal direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc), Denis Caporale.
“La riapertura del Punto di primo intervento di Gemona del Friuli (Ppi) rappresenta uno sforzo collettivo importante in questo periodo storico, fatto con i piedi ben piantati per terra, per rispondere in maniera sostenibile alle esigenze di salute del bacino territoriale di riferimento. È frutto di un lavoro svolto in sinergia e rappresenta un servizio importante che si restituisce alla comunità: abbiamo trovato una soluzione di qualità con ingegno. Quello di oggi è un passaggio anche simbolicamente importante, perché si inserisce all’interno di una struttura già conosciuta e già nota alla popolazione. È parte di un lavoro di grande sforzo svolto dalla Regione nella programmazione e negli investimenti in sanità per il Friuli Venezia Giulia”. Ha commentato Riccardi.
La gestione è stata affidata per 36 mesi a una realtà di comprovata esperienza nel campo dell’emergenza-urgenza, la “Arkesis” di Portogruaro a seguito all’avviso presentato dall’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) per la co-progettazione delle strutture distrettuali dedicate all’emergenza-urgenza.
I Ppi sono strutture distrettuali, funzionalmente collegate con le altre strutture aziendali di pronto soccorso, nelle quali sono disponibili risorse professionali e strumentali adeguate a gestire i bisogni assistenziali e terapeutici minori e a trattare in prima istanza le emergenze sanitarie, fino al trasferimento del paziente, nel caso si renda necessario, al pronto soccorso del presidio ospedaliero di riferimento, spoke o hub, a seconda della patologia e dell’intensità di cura richiesta.