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mercoledì, 21 Maggio 2025

Giornata contro la violenza sulle donne, il grido è unanime ‘Battaglia di tutti’

25.11.2022 – 20.00 – Lo striscione di sostegno alla battaglia per la libertà in Iran campeggia da oggi anche a Udine, all’esterno della sede del Consiglio regionale in via Prefettura 10, in una giornata speciale come quella del 25 novembre. “È una battaglia delle donne, certamente, ma fortunatamente anche di tanti uomini che hanno deciso di andare fino in fondo nella rivendicazione dei diritti calpestati dalla Repubblica teocratica, in un Paese che pure è stato in passato culla della civiltà”. Lo ha sottolineato nuovamente Piero Mauro Zanin, il presidente del Consiglio regionale, durante la breve cerimonia di scoprimento del labaro, donato al Consiglio dall’associazione di dissidenti iraniani Neda Day. “La scelta della nazionale di calcio iraniana, che ha approfittato del palcoscenico dei Mondiali in Qatar per esprimere solidarietà ai manifestanti rifiutando di cantare l’inno – ha aggiunto Zanin – è uno straordinario esempio di coraggio, e per questo la stiamo seguendo con particolare simpatia. Anche in Italia il 25 novembre – ha suggerito il presidente dell’Assemblea legislativa – deve diventare una giornata di impegno contro la violenza sulle donne da parte di tutte le componenti della società. In caso contrario, gli sforzi che si stanno facendo per contrastare un fenomeno purtroppo ancora tanto presente rischiano di risultare vani”.

Alla breve cerimonia erano presenti anche i consiglieri regionali Furio Honsell e Mariagrazia Santoro.

“Anche i piccoli segni sono importanti – ha sottolineato Santoro – ed è perciò significativo che il Consiglio, nei suoi organi di rappresentanza, mostri una vicinanza, dimostri sensibilità verso le donne iraniane. Donne che oggi, il 25 novembre, assurgono a simbolo di una lotta alle sopraffazioni, una lotta alle violenze che evidentemente da loro riguardano i diritti prioritari. Ma in alcuni casi anche in Italia non viene riconosciuto il diritto prioritario a una vita libera, che non viene certo impedita dalle istituzioni ma può essere preclusa da chi ti sta vicino a casa. Per questo le istituzioni devono essere presenti e raccogliere quel desiderio di libertà”.

“È molto importante – ha ribadito Honsell – esporre questo striscione con lo slogan Donna vita libertà e manifestare solidarietà di fronte al sacrificio di tante persone, specie in una Giornata come quella di oggi. Le violenze fisiche partono dalle violenze psicologiche e dagli stereotipi, come quelli che purtroppo vediamo nella nostra società patriarcale, anche in Italia, dove vengono minimizzate le molestie nei confronti delle donne e dove, mi riferisco al voto del Consiglio regionale di qualche giorno fa, è stata bocciata la possibilità della doppia preferenza di genere che avrebbe aumentato la presenza femminile in Aula”.

Ma nella giornata contro la violenza sulle donne sono state tante le voci che si sono alzate a riguardo. Mara Piccin, consigliera regionale di Forza Italia, si è soffermata su quali strumenti si stiano utilizzando nella lotta contro questa piaga e dopo aver ricordato “La legge approvata lo scorso anno” che “ha predisposto un impianto normativo completo e innovativo”, ha auspicato “che queste iniziative legislative non restino lettere morte e trovino, anno dopo anno, attuazioni concrete. Centrale è il tema dell’accoglienza: chi arriva deve comportarsi in modo civile. Identico discorso vale per qualunque uomo assuma una condotta violenta. Dobbiamo essere tutti uniti nel condannare fermamente atteggiamenti di sopraffazione o discriminazione verso le donne. Non ci possono essere alibi. Solo fermezza”. Piccin ha inoltre ribadito la vicinanza “alle iniziative di questi giorni a sostegno delle donne in Iran: in questa battaglia di civiltà, non possono esserci confini, ma solo piena unità di intenti”.

Maddalena Spagnolo, consigliera della Lega, dopo aver riportato le statistiche sui femminicidi da inizio anno, ha ricordato che l’uccisione è spesso “solo la punta dell’iceberg di tutta una serie di violenze comportamentali, economiche e sociali che troppe donne si trovano ad affrontare quotidianamente, frutto di stereotipi superati e di una cultura ancora legata a parametri non più esistenti né sostenibili. Parlarne e prenderne consapevolezza affinchè questa cultura possa finalmente cambiare – aggiunge Spagnolo – è una delle azioni che cittadini e istituzioni possono e devono fare, soprattutto in questa giornata”. Spagnolo ricorda che in tal senso la Regione Friuli Venezia Giulia sta facendo la propria parte: “Sono oltre sessanta – fa sapere la consigliera – i progetti promossi e finanziati per circa 300mila euro dalla Regione a questo fine, tradotti in eventi e manifestazioni nei territori e nei Comuni, che stanno coinvolgendo moltissimi cittadini”.

“Ce lo confermano i continui episodi di cronaca, anche nella nostra regione, che la strada da percorrere è ancora lunga” è l’amara constatazione del consigliere del Progetto Fvg, Mauro Di Bert, che però ritiene che si possa fare qualcosa per cambiare:”Il primo passo, ma anche il più importante, è quello di non girare la testa dall’altra parte, ma di riconoscere che il problema della violenza sulle donne, sia essa fisica o psicologica, esiste – purtroppo non ha una cura, ma istituzioni e cittadini, assieme, possono contrastarla. Il ruolo delle istituzioni è quello di riuscire a creare, attorno alle donne in difficoltà, una rete sociale di aiuto e di favorire quella necessaria riflessione sulla condizione dell’uomo violento, per arrivare a quel cambiamento culturale, favorito anche dall’attenzione ai gesti e al linguaggio, che consentirà di mettere fine a qualsiasi forma di comportamento violento – ha concluso Di Bert. Una triste manifestazione che il più delle volte nasce tra le mura domestiche e vede autore una persona che dovrebbe essere cara. Un fenomeno possibile da combattere solo favorendo la crescita di una cultura della legalità e perseguendo la certezza della pena. Un modo per creare deterrenza.”.

Sul ruolo delle istituzioni nella lotta contro la violenza sulle donne si sofferma anche la consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Da Giau. “I numeri dei femminicidi e della violenza sulle donne in Italia fanno tremare i polsi e anche la nostra regione è tutt’altro che immune. Nonostante le tante iniziative di sensibilizzazione e sostegno alle vittime, i retaggi della cultura patriarcale del passato, si fanno sentire ancora in modo indegno. Mentre ringraziamo le realtà e persone che si spendono nell’arginare la piaga della violenza di genere e le sue conseguenze, come istituzioni dobbiamo fortemente richiamarci al compito di combattere questa retrocultura su tutti i fronti. Le conseguenze estreme del pensare la donna come bene disponibile, vanno prevenute e scongiurate operando quotidianamente e sistematicamente su ogni rivolo di preconcetto e pregiudizio che, in qualsiasi campo, anche inopinatamente, possa alimentare la corrente di quel pensiero frenando la parità di accesso delle donne in tutti i campi.” ha proseguito la consigliera, che a proposito della battaglia delle donne ha rimarcato come questa debba piuttosto essere “quella di tutti”.

Aspetto questo ricordato anche dall’esponente del MoVimento 5 Stelle Ilaria Dal Zovo. Che ha ricordato che “La politica e le istituzioni devono fare la propria parte, garantendo alle donne parità di diritti e libertà economica, ma serve soprattutto una cultura del rispetto che parta dalle nuove generazioni, attraverso famiglie e scuola”. Sul dato dei femminicidi, Dal Zovo ha anche constatato che si tratta di “Un dato che già di per sé fa impressione ma che, purtroppo, è solo quello che fa più scalpore”. Quella contro la violenza sulle donne, ricorda Dal Zovo è “Una battaglia di civiltà da combattere tutti insieme: anche non girare la testa dall’altra parte e denunciare eventuali episodi di violenza al numero 1522 è un contributo importante“.

“Nella Giornata contro la violenza sulle donne, preziosa opportunità per sensibilizzare e riflettere su una piaga insopportabile, non dimentichiamo che la violenza di genere va combattuta sempre con la diffusione di una cultura inclusiva, di una educazione alle differenze e del rispetto verso tutte le donne, un valore da trasmettere con l’esempio quotidiano, attraverso l’istruzione e nelle relazioni con gli altri” hanno ricordato invece gli esponenti del Patto per l’Autonomia in consiglio regionale, Giampaolo Bidoli e Massimo Moretuzzo. “La battaglia contro la violenza di genere – proseguono i due autonomisti – ci coinvolge tutti, ogni giorno, in ogni luogo, anche dentro le istituzioni. Tutti noi siamo chiamati ad agire, ad aumentare la nostra consapevolezza rispetto alle tante disparità ancora presenti nella nostra società e, non da ultimo, a sensibilizzare le giovani generazioni affinché le donne e gli uomini di domani – concludono Moretuzzo e Bidoli – vivano dentro una vera e concreta cultura del rispetto.”.
[c.s.]

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