02.04.2021 – 09.42 – Si parla di un mese: questo il lasso di tempo per dare il via alle vaccinazioni nelle farmacie. Un ulteriore gradino per avvicinarsi all’agognato obiettivo del Governo Draghi, ossia le 500mila iniezioni al giorno, che, per il Friuli Venezia Giulia, rappresenterebbero diecimila vaccini ogni 24 ore. Nella giornata di ieri, giovedì 1 aprile, i rappresentanti dei farmacisti hanno incontrato per la prima volta il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, con delega alla Salute, Riccardo Riccardi per partire con il protocollo. Innanzitutto è necessario raccogliere le adesioni dalle 400 farmacie presenti sul territorio.
Un passaggio non così banale, poiché, oltre alla adesione, sono necessari spazi adeguati per l’inoculazione, seguendo inoltre un apposito corso on line.
C’è anche il nodo del compenso, fissato a livello nazionale a 6 euro minimo a dose ma che, non nascondono i professionisti, dovrà essere per forza ritoccato per non rendere il tutto un’operazione in perdita.
“L’ottimo lavoro svolto e l’impegno profuso dalle farmacie a supporto del piano vaccinale attraverso le prenotazioni tramite gli sportelli Cup, per cui ringrazio tutti coloro che vi operano, confermano l’importanza della farmacia nell’architettura del sistema della salute” ha sottolineato il Vicepresidente Riccardi.
“Per raggiungere l’obiettivo delle 10mila somministrazioni quotidiane di vaccino in Friuli Venezia Giulia, che si inquadra in quello nazionale di 500mila vaccinazioni al giorno, è necessario mettere in campo tutte le forze e gli strumenti a nostra disposizione e in tale contesto le farmacie sono un alleato fondamentale. Il loro inserimento attivo nella campagna vaccinale è quindi prioritario e l’auspicio è di riuscire a renderlo effettivo entro aprile”.
Il Vicegovernatore ha inoltre spiegato che “alle aziende sanitarie, che sono il pilastro fondamentale della campagna vaccinale, vanno accostati i medici di medicina generale, in particolare per i soggetti non trasportabili, gli specializzandi e le farmacie, ma stiamo valutando anche la possibilità di far effettuare le vaccinazioni anche al sistema privati convenzionati, i pediatri di libera scelta e odontoiatri. Sicuramente in tale contesto le farmacie rappresentano un asset importante per capillarità sul territorio e conoscenza del contesto sociale nel quale operano” continua Riccardi “i farmacisti oltre a essere fisicamente presenti in gran parte del territorio, sono anche figure con le quali gli utenti hanno un rapporto di fiducia; il loro apporto si rivelerà quindi particolarmente utile nelle aree marginali e nei piccoli centri”.
L’obiettivo è dunque quello di definire “un modello operativo condiviso con i farmacisti, per far sì che, entro aprile, i vaccini possano essere inoculati anche nelle farmacie”.
[c.c]