01.09.2022 – 08.30 – “L’informazione viaggia sul Web, ma la legge ha sessant’anni”. L’inadeguatezza attuale dell’impianto normativo proprio del giornalismo italiano è l’opinione di Figec, la federazione italiana del Giornalismo, Editoria e Comunicazione (federata Cisal) nelle parole di Andrea Bulgarelli. Bulgarelli, laureato in Scienze Politiche con un master in Comunicazione nella Pubblica amministrazione, è giornalista professionista dal 7 febbraio 1995 con una carriera iniziata nella redazione de Il Piccolo di Trieste, è stato per tre mandati consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia ed era nel direttivo di Assostampa Fvg prima scegliere di entrare nella neonata Figec; è consigliere generale e fiduciario per il Friuli Venezia Giulia dell’INPGI.
“Serve una riforma normativa che coinvolga l’intero sistema della comunicazione, sia per tener conto dei cambiamenti intervenuti nel settore che per evitare di vivere in un mondo di fake news. Siamo fermi”, spiega Bulgarelli nella sua nota, “a una legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti che è vecchia. Giornalismo e comunicazione sono due professioni costrette all’immediatezza e alla necessità di lavorare velocemente e intervenire tempestivamente. Senza dimenticare che oggi parlare di giornalisti e di comunicatori significa spesso parlare della stessa persona, che ha due professionalità”. Professioni che, secondo Figec, non trovano adeguata tutela e riconoscimento in un contesto, quello del digitale e del Social network, che identifica un lavoro quotidiano, anche nei fine settimana e nei giorni festivi e ulteriormente velocizzato dalla realtà della pandemia, ma che spesso si esaurisce in un volontariato non riconosciuto. “È mai possibile”, sottolinea Bulgarelli, “che giornaliste e giornalisti impegnati quotidianamente guadagnino a fine mese meno di quanto si percepisce con il Reddito di cittadinanza? Per rimediare a queste disuguaglianze, andrebbero previsti interventi statali da affiancare, per equità e giustizia, alle basse retribuzioni”. Interventi non a pioggia, ma finalizzati all’accompagnamento della trasformazione di una realtà che ormai ha fatto il suo tempo verso quella, ormai già fra noi, di Internet e del moderno sistema dell’informazione del Terzo millennio, con investimenti in innovazione tecnologica e nuove assunzioni.
“La fame di notizie del web ha fatto crescere il digitale – editoria, televisione su Internet e radio – frutto dell’evoluzione dei tempi, ma quasi inesistenti a livello normativo. Anche in questo caso parliamo del giornalismo che si contrappone alla fake news presenti online. Giornalismo che andrebbe sostenuto e tutelato senza dimenticare i fotografi e i cineoperatori sempre più fondamentali per informare e comunicare attraverso social e piattaforme digitali. Servono, per i giornalisti e per i comunicatori, contratti adeguati ai tempi. Ed è necessario un sindacato che stimoli la politica italiana a prendere seriamente in considerazione la necessità di riforma. E per la previdenza, mi piacerebbe un nuovo INPGI che, con il patrimonio, creasse meccanismi di supporto agli associati; che siano mutui o prestiti agevolati non importa, ma che ripercorrano gli aiuti dati in passato dalla gestione principale ai giornalisti più giovani e in difficoltà. Spero che questi colleghi vengano in Figec, per fare sindacato in maniera serena e trasparente, per impegnarci assieme in una vera azione di tutela dei più deboli, per rivendicare stipendi giusti e adeguati”.
[r.s.]