04.08.2022 – 19.15 | «L’arbitrarietà e la discrezionalità che ha guidato l’azione della Giunta Fedriga nella spartizione di risorse agli enti locali attraverso la cosiddetta “concertazione”, e che abbiamo denunciato anche durante l’approvazione dell’assestamento di bilancio, è stata confermata da sindaci e amministratori dell’area di centrosinistra che oggi abbiamo incontrato. Un metodo inaccettabile, che non abbiamo condiviso fin dal primo momento». Lo afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti, a margine dell’incontro odierno che si è tenuto a Udine con gli amministratori locali del centrosinistra sui temi della concertazione, e a margine della conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il consigliere regionale Franco Iacop (Pd), componente della 5ª commissione Enti locali, la consigliera Mariagrazia Santoro, il responsabile del tavolo regionale Enti locali del Pd, Francesco Martines, oltre a diversi primi cittadini.
Moretti annuncia che a breve verrà formalizzato un accesso agli atti rispetto alle istruttorie dei singoli interventi finanziati, «per capire se ci sono gli estremi per quella che noi definiamo una disparità tra cittadini della stessa regione che pagano in egual misura le imposte sul reddito. Le nostre prossime azioni, a settembre, riguarderanno quindi la concertazione 2023-2025, quest’anno anticipata ad ottobre con chiari intenti pre-elettorali. L’obiettivo è evitare che si ripetano i metodi di questi ultimi due anni nei quali la Regione ha fatto quello che ha voluto, e vi sia maggiore trasparenza». Secondo Martines, vicesindaco di Palmanova, «i 140 milioni di risorse pubbliche sono stati distribuiti con metodi dichiaratamente clientelari ai Comuni amici di centrodestra. Quelle risorse sono le tasse dei cittadini di questa regione che in questa circostanza, come in tante altre, sono differenziati tra cittadini di serie A (i Comuni fortunati) e cittadini di serie B. Una distribuzione di risorse senza una visione strategica di crescita del territorio a livello comprensoriale e senza che venissero rispettati un minimo di criteri oggettivi che la Giunta stessa si era data con una sua apposita delibera».
«Passati quattro anni ora è definitivamente chiaro l’obiettivo di Fedriga e di Roberti sugli Enti locali del Fvg: altro che libertà ai Comuni, siamo difronte alla centralizzazione e a uno spregiudicato esercizio del potere sulle pelle dei sindaci» ha poi aggiunto Iacop. «Dopo quattro anni comprendiamo fino in fondo il vero disegno della Giunta Fedriga nei confronti delle autonomie locali. Hanno criticato aspramente le Uti, hanno propagandato un principio di libertà per i Comuni e per i sindaci promettendo la loro piena autonomia. Hanno illuso sulla ricostruzione delle disciolte Province. Ma ora la realtà è difronte a tutti: l’obiettivo di Fedriga, dell’assessore Roberti e del centrodestra regionale è stato ed è esclusivamente quello di centralizzare nelle mani della Regione il controllo assoluto e comportamento servizievole di sindaci e Comuni del Fvg». Secondo Iacop, «al posto delle promesse Province ci troviamo enti regionali, al posto di modelli organizzativi associati e associativi delle autonomie locali con funzioni rafforzate registriamo un abbandono di ogni singola amministrazione comunale, senza sostegni per i grandi problemi che devono affrontare sul fronte del personale, dei segretari e nelle capacità di svolgere con i propri uffici le funzioni, anche complesse, a cui sono chiamati in questo complicato periodo» incalza Iacop.
«In questo desolante quadro, la promessa di maggiore libertà si è tradotta in una condizione di dipendenza assoluta: hanno applicato il modello dei sindaci con “il cappello in mano”, in fila difronte al potere politico esercitato dall’assessore Roberti, dalla Giunta e dal presidente Fedriga. L’autonomia, che dovrebbe essere un principio sacro del nostro statuto regionale, viene dunque abbandonata e tradita a favore di un neo centralismo regionale che riconosce addirittura meno funzioni e meno mezzi ai Comuni, rispetto a quelli dello Stato. Questo è quello che rimane dopo quattro anni di governo Fedriga-Roberti del nostro sistema delle autonomie»
[c.s.]