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sabato, 19 Aprile 2025

Wärtsilä, non ritratta. Il 4 agosto sciopero delle sedi italiane

29.07.2022 – 08.20 – Nessun ripensamento da parte di Wärtsilä sullo stop alla produzione del polo di San Dorligo a Trieste. Si procederà con i licenziamenti e si proverà a gestire l’impatto degli esuberi, ma ancora non c’è un piano concreto. Al tavolo di ieri a Roma hanno preso parte le rappresentaze sindacali e le istituzioni regionali, la Confindustria Alto Adriatico; alla presenza del ministro Giorgetti e del ceo del colosso motoristico, Håkan Agnevall, nonché il presidente e managing director Wartsila Italia Spa, Andrea Bochicchio.
Dopo gli interventi dei partecipanti al tavolo di crisi il titolare del mise ha chiesto un confronto privato con la dirigenza finlandese. A termine della riunione sono stati confermati i progetti già comunicati dall’azienda negli scorsi giorni: l’Italia e Trieste rimarranno importanti con le attività di ricerca e sviluppo, vendita, project management, sourcing, assistenza e formazione. Agnevall, ancora una volta, ha confermato la volontà a rispettare la nuova procedura legale e i necessari confronti sui possibili effetti mitigatori. Consapevole dell’impatto che la manovra avrà sui lavoratori e sull’intera città di Trieste, ha comunicato che ci sarà la possibilità di destinare a nuove mansioni i 450 lavoratori che verranno licenziati. La fiducia, non solo nei confronti di Wärtsilä ma dell’intera Finlandia, per il ministro Giorgetti è inevitabilmente incrinata.
Al tavolo si è parlato anche di nazionalizzazione dell’impianto: ad avanzare la proposta sono state le sigle, “sposata” anche da autorevoli rappresentanti sindacali di livello europeo; necessario però un intervento deciso del Governo.

È scattata la mobilitazione. I sindacati hanno proclamato uno sciopero per la giornata di giovedì 4 agosto in tutti gli impianti di italiani: Genova, Napoli e Taranto mostreranno il proprio sostegno ai colleghi triestini.

I metalmeccanici dell’UGL, guidati da Roberta Vlahov, rimangono in attesa di un “ripensamento da parte di Wärtsilä”. E il segretario nazionale, Antonio Spera annuncia: “Non resteremo con le mani in mano”. Il segretario dell’USB, Sasha Colautti, attacca l’atteggiamento arrogante dell’azienda “che si presenta nell’ennesima e brutale ristrutturazione, stavolta con la minaccia della chiusura”. E ribadisce: “Abbiamo richiamato il Governo sulle sue responsabilità e sulla necessità di un intervento che rompa il tabù della nazionalizzazione e dell’esproprio”. Anche Fesica – Confsal appoggia il tema della nazionalizzazione e la CGIL ribatte con la necessità di “elaborare un “piano B” che preveda importanti investimenti su questa filiera”.

La posizione del governatore della regione, Massimiliano Fedriga, è sempre più dura. Una decisione “di carattere politico e non industriale” quella del gruppo finlandese, che “arreca un grave danno a un settore strategico per il nostro sistema Paese”. Una scelta definita dal presidente “unilaterale”, che ricorda “l’articolato elenco di contributi e garanzie nazionali e regionali di cui l’azienda ha beneficiato negli anni”; situazione che rende la valutazione “ancor più grave e inaccettabile”. Il governatore ha ribadito che l’unica condizione per poter avviare un dialogo con l’azienda è l’immediato ritiro della procedura di licenziamento dei 450 addetti alla produzione e che verrà interessato il comitato delle regioni e tutte le istituzioni nazionali ed europee, per “denunciare l’atteggiamento predatorio di soggetti privati che, dopo aver usufruito di decine di milioni di euro pubblici, optano per una deindustrializzazione del territorio italiano determinando pesantissime ricadute sul piano economico, occupazionale e sociale”. Concetti, quelli espressi dal governatore, ribaditi con forza anche dall’assessore regionale al lavoro, che ha garantito il massimo impegno della Regione per vigilare affinché la procedura avviata dall’azienda non venga utilizzata per sottoporre i lavoratori, le loro rappresentanze e le istituzioni a inaccettabili pressioni.

L’onorevole Sabrina De Carlo assicura che “l’attenzione nei confronti della procedura avviata dalla Wärtsilä rimane alta ad ogni livello istituzionale”. Serracchiani non risparmia invece una critica al Governo, la cui posizione “intesa a sensibilizzare Helsinki attraverso la sottolineatura dei rapporti bilaterali è corretta ma non sufficiente”.

mb.r

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